REDAZIONE UMBRIA

Stalking, nuovo sfogo sui social: "Questo ’palmare’ non funziona"

Dovrebbe monitorare il braccialetto elettronico applicato all’uomo che la donna accusa di atti persecutori

Un ’palmare’ del braccialetto elettronico cambiato sei volte perché mai funzionante e ben 18 esposti, mentre il suo ‘carnefice’ è ancora libero. Torna alla carica sui social Elga Profili, la folignate che ha denunciato online di essere vittima di persecuzione da parte di un uomo, lamentando però la mancata applicazione del Codice rosso da parte del giudice. Nei giorni scorsi la prima denuncia social e poi l’appello raccolto dall’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, con una interrogazione al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Nella sua ultima esternazione social la donna aggiunge dettagli e si rivolge anche al ministro delle Pari opportunità, Eugenia Roccella: "E’ da giugno che vado in giro con un apparecchio che non funziona – dice mostrandolo – e ne è stata la prova quanto avvenuto lo scorso 8 novembre, quando il palmare ha suonato solo dopo che il mio persecutore si era avvicinato a me. Lo Stato spende milioni di euro per questi dispositivi, che dovrebbero essere strumenti salvavita, ma non funzionano".

Profili ricorda che, di fronte alla richiesta degli arresti domiciliari del pubblico ministero per il suo persecutore, colto in flagranza e che si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest, il gip ha invece disposto il braccialetto elettronico con un dispositivo di controllo che però non risulta funzionante. "Sono in attesa della settima sostituzione", dice Elga, nel frattempo però il suo stalker è libero. La storia aveva attirato l’attenzione del segretario regionale della Lega, Riccardo Augusto Marchetti: "Ho depositato un’interrogazione al Ministro dopo aver ascoltato la storia di una folignate vittima di stalking – aveva scritto il parlamentare - che ha a più riprese denunciato il suo persecutore, che però è ancora a piede libero e, nonostante il divieto di avvicinamento emanato dal magistrato, da mesi continua a importunarla con pedinamenti, minacce, chiamate insistenti non solo a lei, ma anche ai suoi familiari e amici. Nonostante le misure cautelari le persecuzioni sono continuate, anche in pieno giorno".

Alessandro Orfei