Standing ovation per Stella Assange. Premio ’Caffè’ nel nome del marito: "Lottiamo per la libertà di tutti"

La moglie di Julian, il giornalista in carcere per il caso ’Wikileaks’, ospite all’Università di Perugia "Vogliono far tacere la sua voce, dobbiamo vincere tante battaglie. Rischia di fare la fine di Navalny".

Standing ovation per Stella Assange. Premio ’Caffè’ nel nome del marito: "Lottiamo per la libertà di tutti"

Standing ovation per Stella Assange. Premio ’Caffè’ nel nome del marito: "Lottiamo per la libertà di tutti"

Nell’aula 2 del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, quando finisce il filmato, c’è una standing ovation per Julian Assange, da cinque anni in carcere a Londra. Il "padre" di Wikileaks è in attesa di sapere se sarà estradato negli Stati Uniti oppure no. Il filmato riguarda un presunto crimine di guerra compiuto in Iraq da soldati americani che hanno aperto il fuoco su un gruppo di uomini innocenti. Di fronte alla platea c’è Stella Assange, da due anni moglie di Julian, e da sempre al suo fianco, come avvocato, per assisterlo nella sua battaglia.

Stella ha ritirato per il marito il premio ’Caffè’, istituito nel ricordo del professor Federico Caffè. "L’ho visto ieri mattina (giovedì, ndr)" spiega prima dell’inizio della cerimonia. "Le sue condizioni andavano bene però la sua situazione cambia di giorno in giorno, l’11 aprile saranno cinque anni che si trova in un carcere di massima sicurezza". E sulla possibilità di uno spiraglio rappresentato da un’ipotesi di patteggiamento con la condanna per un reato meno grave di quello di cospirazione per il quale gli Usa ne hanno chiesto l’estradizione, Stella rimane cauta. "È un articolo del Wall Street Journal. Certo con lui ne abbiamo parlato, quello che ci siamo detti rimane tra marito e moglie. Quello che, invece, posso confermare è che sul mio profilo ho condiviso le affermazioni del team legale di mio marito". Team legale che ha smentito l’indiscrezione del giornale statunitense, E "che Julian continua a essere accusato di aver ricevuto e divulgato informazioni relative a crimini di guerra, tutto rimane invariato, non è cambiato nulla". "Il caso di Julian è servito a varie cose. Prima di tutto a punirlo e farlo tacere per quello che ha pubblicato. Poi è servito a mandare un segnale altri giornalisti, ad intimidire il resto della stampa e terzo per ridurre l’accesso alla verità e rende il pubblico più ignorante su queste questioni" ha aggiunto ancora. "Quello che fa andare avanti è la lotta per la libertà e vincerla in piccole battaglie come è stato anche il nostro matrimonio. Il nostro quotidiano è caratterizzato da tante piccole vittorie" che saranno coronate dalla vittoria più grande, "la sua libertà". "Sono grata ai media internazionali perché riconoscono l’importanza del caso di Julian. Noi non abbiamo perso la speranza, è impossibile perderla di fronte al grande sostegno che riceviamo, specialmente in Italia dove molte città importanti lo hanno nominato cittadino onorario", ha sottolineato ancora Stella. Sostegno a suo modo espresso anche da papa Francesco, "che mi ha ricevuto in un incontro privato". "Julian se non verrà salvato rischia di finire come Navalny – ha concluso – Entrambi sono prigionieri politici e per questo ho anche criticato Ursula von der Leyen che ha difeso solo Navalny. In questi anni sono stata spaventata per la vita di Julian, c’erano dei segnali che mi hanno fatto temere per lui".

Luca Fiorucci