Stop a scommesse e slot machine Divieti e limiti per le nuove aperture

Arriva il giro di vite nel regolamento comunale. Previsti aiuti economici a chi vuole curarsi dalla ludopatia

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A Città di Castello è vietata l’apertura di sale da gioco o scommesse e la nuova collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino a una distanza inferiore a 500 metri da scuole, strutture sanitarie, chiese, centri socio sportivi o di aggregazione giovanile. E’ solo uno dei punti contemplati nei 16 articoli che compongono il nuovo regolamento comunale per l’esercizio del gioco lecito, approvato in consiglio con votazione a maggioranza, no della Lega, astensione di Fdi e del consigliere Massimo Minciotti Pd.

Il regolamento "risponde alla volontà di contrastare il fenomeno della diffusione del gioco d’azzardo, che negli ultimi anni ha assunto anche nel territorio tifernate una dimensione di assoluto rilievo. Attraverso la disciplina, vengono previste misure di controllo e monitoraggio anche con lo scopo di prevenire frodi, manipolazioni o comportamenti illegali". Nell’elaborato sono indicati i requisiti dei locali dedicati al gioco lecito e le misure cui devono attenersi. Un articolo a parte è riservato alle sovvenzioni economiche a beneficio dei cittadini "le cui finanze siano state gravemente dissestate dal gioco patologico", che il Comune "si riserva di concedere dietro richiesta, vincolata a un percorso terapeutico di sostegno e cura al Servizio Dipendenze dell’Usl Umbria". L’assessore Benedetta Calagreti ha evidenziato che il gioco d’azzardo "è un fenomeno che oramai appare profondamente radicato nel nostro tessuto economico nazionale e le cui dimensioni hanno assunto connotati preoccupanti. Nel territorio comunale si sta registrando un aumento delle richieste di apertura di sale gioco e di locali che fra i vari servizi offrono anche la possibilità del gioco d’azzardo". L’auspicio è che questo regolamento venga adottato anche dagli altri comuni del comprensorio. Il consigliere Fdi Elda Rossi ha dato una dimensione al fenomeno, citando i dati secondo i quali "il 25,3 per cento degli umbri tra i 15 e i 74 anni hanno praticato il gioco d’azzardo negli ultimi anni. Nel 2019 sono stati spesi più di un miliardo di euro nella nostra regione, e tra questi il 5,6 per cento presenta addirittura una situazione problematica, con una stima di circa 10 mila cittadini umbri che dovrebbero essere raggiunti da intervento di prevenzione e di cura". L’esponente della minoranza ha pertanto manifestato perplessità sulla reale efficacia del regolamento. Il capogruppo della Lega Valerio Mancini ha preannunciato il proprio voto contrario, segnalando che il regolamento "lascia dei buchi che non permettono di dare incisività all’intervento".