Perugia, 4 ottobre 2016 - Dal parco di Cavriglia, nell’Aretino, al «Leo Wild Park» di Collevalenza di Todi. L’oasi naturalistica di Leonardo Boccanera ha aperto le porte allo struzzo «Garibaldi», trasferito in questi giorni nel ‘Cuore verde’ dall’area alle porte del Chianti, dove è in corso un processo di recupero e riqualificazione. «E’ in splendida forma e ha un piumaggio meraviglioso», fa sapere il titolare della struttura umbra specializzata nell’accoglienza di animali selvatici. «E’ dotato di un microchip – continua Boccanera – e vivrà in semilibertà in un’area di quasi tre ettari, a diretto contatto con la natura». Non solo. Lo struzzo, una volta completato il percorso di inserimento nella nuova realtà che lo ospita, condividerà con altri animali africani – tra cui gli zebù nani e gli asini selvatici della Somalia – un habitat costruito apposta per soddisfare le loro esigenze. Sono centocinquanta gli esemplari che attualmente vivono nel parco nostrano, la maggior parte allo stato libero o semilibero, suddivisi per continenti o macro aree geografiche. L’elenco è lunghissimo e comprende, tra gli altri, daini, gru, zebre e cammelli.
«Quasi tutti gli animali che vivono in questa struttura – sottolinea Boccanera, che di mestiere fa il trasportatore – sono stati salvati da situazioni difficili e, in molti casi, da una morte sicura. Il nostro obiettivo è recuperarli e reintrodurli in natura, per questo abbiamo attivato anche importanti progetti europei». Con il suo furgone refrigerato, Boccanera lo scorso agosto ha trasportato in Olanda anche i diciotto macachi giapponesi che vivevano sempre nello zoo di Cavriglia. «Li ho portati al Rescue animal centre di Almere – dice – ed è stata un’operazione molto complessa, condotta in sinergia con un’equipe veterinaria, ma tutto è andato bene».