LUCA FIORUCCI
Cronaca

Suicidio assistito, la battaglia di Laura. Mancato completamento dell’iter. Sull’archiviazione il giudice si riserva

La donna, 48 anni affetta da sclerosi multipla, chiede di accertare le eventuali responsabilità penali dell’Azienda sanitaria locale in relazione ai “ritardi“ nelle procedure per accedere al fine vita.

Suicidio assistito, la battaglia di Laura. Mancato completamento dell’iter. Sull’archiviazione il giudice si riserva

Il giudice per le indagini preliminari di Perugia si è riservato di decidere sulla richiesta di Laura Santi di non archiviare il procedimento aperto dalla Procura della Repubblica dopo la sua denuncia contro la Usl Umbria 1. Santi, 48 anni, affetta da sclerosi multipla, ha chiesto, con l’atto formale presentato ai carabinieri, che venissero accertate le eventuali responsabilità penali dell’Azienda sanità locale in relazione al mancato completamento dell’iter per accertare se la donna avesse i requisiti per accedere alle procedure relative al suicidio assistito. Un completamento che Laura ha atteso per due anni e che, solo in questi giorni, mentre il procedimento penale era ancora pendente, è stato ratificato.

L’iter era rimasto sospeso anche per la mancata formazione del comitato etico, organismo individuato come quello deputato alla valutazione del malato che avanza la richiesta di accedere all’iter per la richiesta delle procedure per il fine vita. Un ritardo che, secondo la denuncia della 48enne perugina, sostenuta dall’associazione Luca Coscioni di cui è attivista, si poteva configurare come omissione di atti d’ufficio. Dopo l’apertura del fascicolo, in seguito alla sua denuncia, la Procura aveva avanzato la richiesta di archivare il caso. Richiesta contro la quale Laura Santi, tramite il pool di avvocati che la supporta, si era opposta, ottenendo che fosse il gip a decidere. "Ho atteso una risposta per mesi, una risposta arrivata solo adesso. E ora dopo il responso in sede civile, attendo quello in sede penale" ha detto Laura alla fine dell’udienza.

In sede civile, il giudice aveva accolto parzialmentele due richieste, sollecitando la conclusione delle procedure, partendo dall’istituzione del comitato etico che è di nomina regionale. Un passaggio che, nel frattempo si è compiuto e concluso con un parere non favorevole per Santi, non essendo stati riconosciuti alla 48enne giornalista i requisiti necessari. "Quello per cui combatto – ha aggiunto ancora Santi – è un diritto di frontiera ma proprio per questo spiega serve una legge". "Il fatto che l’assistenza continua sia valutata in modo differente a seconda della regione di residenza è un’aberrazione" ha aggiunto anche in riferimento al recente caso di Anna, la donna friulana a cui la stessa possibilità chiesta da Laura è stata accordata. Il giudice per le indagini preliminari di Perugia, come detto, sull’ipotizzata omissione si è riservato di decidere. Nei prossimi giorni è attesa la decisione, ma la battaglia di Laura, lo ha sempre sostenuto, andrà avanti ancora per affermare quello che rivendica come un diritto assoluto.