Suicidio assistito, la battaglia di Laura Santi: "Ho diritto a una risposta"

La 48enne perugina malata di sclerosi si è rivolta al Tribunale civile per chiedere che la Usl 1 completi la procedura prevista per accedere all’aiuto al suicidio assistito

Laura Santi

Laura Santi

Perugia, 21 giugno 2023 – “Ho diritto ad avere una risposta", dopo 400 giorni. Lo ha ribadito Laura Santi, 48enne perugina, malata di una forma avanzata e progressiva di sclerosi multipla, a conclusione dell’udienza davanti al Tribunale civile di Perugia cui si è rivolta per ordinare all’Usl Umbria 1 di completare la procedura prevista per accedere all’ aiuto al suicidio assistito. "Una udienza tecnica" ha sottolineato la stessa Santi, "ma nella quale si è discusso di un diritto fondamentale".

Il ricorso della 48enne è stato illustrato in aula dall’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, di cui la stessa Laura è attivista. Secondo l’avvocato "manca la modalità su come procedere". La commissione dell’Usl Umbria 1 ha visitato la paziente lo scorso dicembre dopo numerose richieste ma, e per questo il ricorso, la procedura era rimasta in sospeso senza arrivare a conclusione nonostante, è stato sottolineato, un pronunciamento della Corte costituzionale e precedenti analoghi. L’Usl Umbria 1, rappresentata in aula dall’avvocato Pietro Laffranco, ha chiesto, invece, il rigetto del ricorso, sostenendo che l’azienda sanitaria, a cui compete l’accertamento medico, ha completato i suoi adempimenti. "L’Usl riconosce sussistenti tre dei quattro requisiti" ovvero "la patologia irreversibile, le sofferenze terribili e la capacità d’intendere della ricorrente", ma "non il requisito del trattamento di sostegno vitale, il cuore di questi procedimenti. Le condizioni non sono quelle previste dalla Consulta e non abbiamo il parere del comitato etico. Il pool dei medici della Usl ha agito correttamente dal punto di vista del diritto ma comunque questa è una vicenda così delicata che bisogna entrarci in punta di piedi". "È stata fatta solo la verifica sulle condizioni di salute di Laura Santi - ha sostenuto invece l’avvocato Gallo - ma la Corte costituzionale prevede che il servizio sanitario regionale verifichi anche le modalità del procedere. Dalla relazione del gruppo multidisciplinare emerge che è stata fatta una fotografia perfetta delle condizioni della Santi che vuole avere la certezza che quando arriverà il momento potrà decidere di dire basta autosomministrandosi un farmaco. E sulle modalità nella relazione non c’è scritto nulla". Il giudice si è riservato. Santi ha anche denunciato l’Usl 1 per omissione di atti d’ufficio, il fascicolo è al vaglio della procura.