REDAZIONE UMBRIA

Omicidio Raggi, l'assassino non doveva essere nemmeno in Italia

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David Raggi è stato ucciso con una bottigliata davanti a un locale di Terni

Terni, 8 giugno 2015 -  Il tribunale di Caltanissetta ha respinto il ricorso contro il rigetto della richiesta di riconoscimento di asilo politico presentato nell'autunno scorso da Amine Aassoul, il marocchino accusato di avere ucciso a Terni, nella notte tra il 12 e il 13 marzo, il 27enne David Raggi. In pratica il Tribunale ha sancito che l'assassino non aveva titolo a rimanere in Italia. Doveva essere fuori dal Paese, invece era qui, indisturbato e libero di ubriacarsi e uccidere un giovane innocente.

Secondo il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Massimo Proietti, "i presupposti perché il giovane restasse qui al momento dell'omicidio non c'erano e questo fa riflettere sui meccanismi giudiziari".

"Finalmente - ha aggiunto - è stata scritta la parola fine alla vicenda, anche nel merito. Tutte le tesi sulla legittimità della permanenza in Italia di Aassoul cadono". I familiari di Raggi, spiega sempre il legale, "hanno appreso con soddisfazione, ma anche con la solita compostezza, la notizia del rigetto".

L'avvocato ricorda anche che il tribunale aveva precedentemente respinto la richiesta di sospensione del provvedimento di rigetto della stessa istanza di riconoscimento di protezione umanitaria, provvedimento emesso dalla Commissione territoriale di Siracusa il 15 settembre, dopo che Aassoul aveva fatto rientro in Italia nel maggio 2014. Aassoul, nei confronti del quale recentemente la procura ha chiesto il giudizio immediato, rimarrà nel carcere di Spoleto in base all'ordinanza di custodia cautelare che l'ha raggiunto dopo l'omicidio, ma anche grazie al provvedimento di cumulo di pene (sei anni e otto mesi) per una alcuni reati commessi tra l'Umbria e le Marche negli ultimi anni e che gli è stato notificato solo recentemente.