Un atto di indirizzo per interrare i resti del Convento di Largo Cairoli invece di salvarli. Stamattina in Comune per essere presi in giro: “Intanto interriamo i reperti del Convento di Largo Cairoli, poi troveremo i fondi per riscavare nuovamente e valorizzare". Così in un post Michele Rossi, ex consigliere comunale di Terni Civica, che con le due esperte Raffaella Mastodonti e Donatella Salinetti ha provato a salvare dall’interramento il Convento del 1600 emerso dagli scavi di Largo Cairoli. Missione fallita, a quanto pare, nonostante le oltre 700 firme raccolta.
Ieri prima e seconda commissione consiliare di Palazzo Spada, in seduta congiunta, hanno respinto l’atto delle minoranze favorevole a lasciare “libero“ il Convento e approvato quello della maggioranza, Ap, che pensa di ricoprirlo di nuovo sotto la terra. La palla passa ora al Consiglio comunale ma l’esito della partita appare segnato. "La maggioranza con il suo atto vuole interrare i resti per poi trovare le risorse necessarie e magari, in futuro, rivalorizzarli – spiega un amareggiato Rossi, allontanato dalla riunione dopo un battibecco –. Una posizione singolare e che non ci trova affatto d’accordo. Noi chiedevamo e chiediamo di dare mandato ai tecnici di rivedere il progetto di riqualificazione della zona e trovare delle soluzioni idonee a lasciare a vista i reperti del Convento, che potrebbero rappresentare un importante elemento attrattivo, oltre al loro valore storico culturale".
Si tratta del Convento delle Carmelitane Scalze, datato 1600 e intitolato a Santa Teresa e San Giuseppe. "Uno dei primi Conventi delle Carmelitane Scalze in Italia, stavano solo a Roma, Napoli e Terni – spiega ancora Rossi –, è stato in piedi fino agli anni cinquanta, salvandosi dai bombardamenti della guerra ma non dal piano regolatore. Nella zona ci sono anche reperti di mura romane e case medievali". Tant’è. Ma nel dibattito social scaturito dalla vicenda, c’è anche un altro aspetto. "E chi glielo dirà alla Corte dei Conti - scrive Rossi in un post – che con denari pubblici prima si scava, poi si ricopre e poi in teoria si dovrebbe ritornare a scavare gli scavi che il Comune aveva già scavato? (Il gioco di parole è voluto). Chi e come dovrà giustificare all’organo di controllo le spese degli enti pubblici. Tutto questo perché si dice che non ci sono fondi per la valorizzazione che chiediamo (il semplice consolidamento delle mura riemerse, lasciandole a vista)".