Terni, un forno di Ast fermo per una settimana. “Costi energetici troppo alti”. Cassa integrazione per 200 lavoratori

Sono circa 200 i lavoratori che saranno messi in cassa integrazione durante la chiusura. Le reazioni di Cgil, Cisl e Uil. “Azienda, governo e istituzioni lavorino su azioni concrete”

Ast spegne un forno a Terni, 'costi energia insostenibili'

Gruppo siderurgico Arvedi, prezzi non consentono competitività

Terni, 9 settembre 2024 – La decisione di Arvedi Ast di fermare un forno dell’acciaieria di Terni ha suscitato reazioni molto preoccupate di sindacati e non solo. Secondo l’azienda “Il livello del costo dell'energia elettrica in Italia, tre volte superiore a quello di altri paesi europei dove sono basati i concorrenti di Aast, sta condizionando il piano di rilancio dello stabilimento umbro, vanificando gli sforzi di efficientamento fin qui compiuti ed i benefici degli ingenti investimenti già realizzati dalla gestione Arvedi”.

Da qui l’annuncio della settimana di stop di un forno “a causa del “perdurare degli alti costi energetici”, nonostante “l'adozione di misure drastiche”  il divario di competitività “permane non solo nei confronti dei produttori asiatici ma anche verso gli altri produttori siderurgici europei che beneficiano di costi energetici sensibilmente più bassi”. 

"È la prima volta che l'area a caldo di Ast viene fermata per i costi alti e non per motivi produttivi, seppur con un mercato ancora debole e con poca visibilità da qui alla fine dell'anno. Se il costo dell'energia è l'ultimo nodo per l'accordo di programma, ci aspettiamo da azienda, governo e istituzioni locali azioni concrete per giungere al termine di questa lunghissima fase di incertezza”. A scriverlo, in una nota, sono Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil di Terni, dopo l'annuncio dell'azienda del fermo di uno dei due forni, per una settimana, per gli elevati costi dell'energia. Circa 200 i lavoratori - rendo noto la Fiom - i lavoratori posti in cassa integrazione durante la fermata.

La Fim Cisl, dice il segretario nazionale Valerio D’Alò, resta “in attesa” che il piano per la siderurgia annunciato dal ministro Urso, “possa fornire risposte a tutti i problemi e le difficoltà che il settore siderurgico italiano sta affrontando rispetto agli altri competitors internazionali”. «Serve per questo - conclude la Fim Cisl -, ripartire subito con il dialogo a livello ministeriale sia con le parti datoriali, che con le organizzazioni sindacali per affrontare tutti i nodi ancora non sciolti, a partire da quello determinante della riduzione dei costi energetici

"Il governo, che ha sempre ribadito la strategicità di Acciai Speciali Terni, è chiamato ad intervenire prima che sia troppo tardi”, dicono Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni, secondo cui l'annuncio del gruppo Arvedi di voler fermare per una settimana una delle due linee fusorie del sito di Terni “non rappresenta un fulmine a ciel sereno”.

Per Arvedi Ast “una soluzione è a portata di mano”, quella di “consentire ad Acciai Speciali Terni di ripristinare le condizioni originali di autoproduzione grazie al collegamento diretto, già esistente, con la centrale Enel di Galleto”.