SOFIA COLETTI
Cronaca

Tilda Swinton, così la star incanta Perugia

Grande successo per l’incontro al PostModernissimo: un viaggio tra arte, cinema e Pasolini in attesa dello spettacolo di Solomeo

di Sofia Coletti

Meravigliosa Tilda. Camicia e pantaloni celesti, cappotto di cammello, sandali rossi con strass. E su tutto un carisma assoluto e magnetico: Tilda Swinton, attrice di fama internazionale, icona di un cinema orgogliosamente radicale, conquista tutti in una travolgente serata evento, in un PostModernissimo gremito di spettatori e di entusiasmo. In questi giorni l’artista è a Solomeo con Olivier Saillard, storico della moda ed ex direttore del Museo Galliera di Parigi per allestire lo spettacolo “Embodying Pasolini“ in scena domani e sabato al Teatro Cucinelli.

Martedì sera è stata ospite d’eccezione insieme a Saillard al PostMod, prima della proiezione di “Uccellacci e Uccellini“, in un incontro, sold-out da giorni, nell’ambito della rassegna “Primavera Pasolini“ organizzata dal Teatro Stabile dell’Umbria con PostMod ed Edicola 518. "Un modo per tornare a condividere bellezza, cultura e socialità" ha detto il direttore del Tsu Nino Marino nell’aprire la serata. E’ poi Tilda Swinton a far brillare su di sé i riflettori. "Sono felice di essere qui – è il suo esordio –, in un cinema così pieno di gente. E’ la prima volta che ci vengo, il mio intuito mi dice che si tratta di un cinema speciale". Pier Paolo Pasolini è il filo conduttore della conversazione guidata da Simone Rossi. "Per me – racconta la star – è da sempre una guida spirituale, un faro tra le generazioni, un artista, intellettuale e attivista politico sempre attuale. E’ un ottimo momento per celebrarlo, ne abbiamo bisogno".

Lo spettacolo di Solomeo si basa proprio sui costumi realizzati per i film di Pasolini. "Ho iniziato a pensare a questo progetto quattro anni fa, prima del covid - racconta Saillard – e ho subito coinvolto Tilda anche se molti hanno sollevato dubbi perché non ha i capelli neri, non sembra italiana, non assomiglia ad Anna Magnani. Ma io ho seguito lo stesso metodo di Pasolini, Tilda non fa l’attrice, è un’attrice". In scena sarà la Swinton a indossare e “interpretare“ quei costumi. "Li sento – dice l’attrice – come oggetti sacri, come portali verso altre dimensioni, che mi mettono in contatto con il cinema di Pasolini e la sua sensibilità. Sento il privilegio e il rispetto sacrale". Difficile chiederle il suo legame con il cinema italiano. "Non amo i nazionalismi, soprattutto al cinema – taglia corto – però il mio primo legame con l’Italia lo devo a Rossellini e Pasolini". Autentici e fortissimi i legami che stringe con i registi, Jarman, Guadagnino, lo stesso Saillard. "Non conosco altro modo per lavorare, l’amicizia è fondamentale" dice Tilda Swinton che tra le ovazioni del pubblico racconta aneddoti su Jim Jarmusch e David Bowie. "Sono orgogliosa di essergli stata amica, David era tutto quello che si immagina ma ancora meglio". La serata sta per finire e Tilda lancia un appello: "Venite al cinema, solo qui si possono vivere emozioni come queste".