Todi, casa dell’arte totale. Fra teatro e maxi-scultura

Applausi, all’apertura del Festival, per la pièce con Lucrezia Lante della Rovere. E ammirazione (con qulche critica) per l’opera di Mark di Suvero in piazza. .

Todi, casa dell’arte totale. Fra teatro e maxi-scultura

L’inaugurazione del “Neruda’s Gate“

Una pièce che ha bissato il successo avuto in Francia una storia che alterna rabbia e umorismo con forza insolita, scuote i personaggi e diverte ed emoziona il pubblico. Il sipario sul Todi Festival si è aperto, al Comunale, sul testo di Audrey Schebat "Non si fa così", una tragicommedia che ha indotto a ridere e riflettere sulla longevità della coppia, sul desiderio e sul senso di inadeguatezza, sulle difficoltà della professione esercitata che possono spingere, un bel giorno, un noto psicoanalista a commettere il gesto estremo. Nei panni della moglie, pianista di successo, che scopre e impedisce il suicidio del marito la talentuosa Lucrezia Lante della Rovere, figlia di Marina Ripa di Meana che ha trascorso lunghi periodi in Umbria, nella villa Carlina, in aperta campagna tra Montecastello e Todi.

Poche ore prima, in Piazza e, a seguire, alla Sala delle Pietre, il taglio del nastro della mostra di dipinti ’Spacetime’ e del Neruda’s Gate, la grande installazione in acciaio verniciato di rosso dello scultore statunitense Mark di Suvero che divide l’opinione pubblica. Come spesso avviene per l’espressionismo astratto, ci sono cittadini che non la gradiscono, in quanto striderebbe con il ‘paesaggio’ storico medievale rappresentato dalla Piazza e dai suoi antichi Palazzi, e decine di altri che amano profondamente l’arte di Mark di Suvero e parlano di un colpo straordinario da parte della città di Jacopone, che possiede, probabilmente, l’ultimo monumento urbano di un maestro di fama universale.

L’opera, che pesa nove tonnellate, giunge dallo Storm King Art Centre di New York, è stata smontata e rimontata nel giro di una notte a Todi. Di Suvero, peraltro, ha esposto in Italia, alla Biennale di Venezia, solo una volta, nel 1985. "Ci piace pensare che questa porta che invita ad essere attraversata e a vedere la storia antica attraverso una cornice asimmetrica – afferma Marco Tonelli, curatore della mostra – sia quel passaggio del ponte che tanto colpì di Suvero, bambino, al suo arrivo a San Francisco".

Il portale resterà in Piazza fino a ottobre e poi sarà delocalizzato a Ponterio, nel Parco del ponte Bailey. Quel che è certo è che Todi punta sempre più sull’arte contemporanea, ormai parte integrante del Festival grazie alla Fondazione Beverly Pepper, e sul connubio tra antico e moderno e su questo si sostanzia la sua candidatura a capitale italiana dell’arte contemporanea 2026.

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