"Tornare a vivere dopo aver perso la vista"

Michele Milli, non vedente a causa di un incidente, ha trasformato la sua vita dedicandosi allo studio, al judo e all'arrampicata. Una storia di resilienza e passione.

"Tornare a vivere dopo aver perso la vista"

"Tornare a vivere dopo aver perso la vista"

La storia di Michele Milli è una di quelle che fanno pensare. Il 27 gennaio 2008, in un attimo, tutto è diventato buio. Era andato a caccia con degli amici, quando inavvertitamente è partito un colpo di fucile che è finito contro il parabrezza della sua auto causando l’esplosione del vetro. Le schegge gli sono arrivate in faccia rendendolo cieco. Cos’hai fatto dopo l’incidente?

"Grazie ad amici e parenti mi sono dedicato agli studi universitari di fisioterapia. Ho aperto uno studio e con i miei pazienti ho scoperto il mondo del judo a cui mi sono appassionato, entrando a far parte della squadra paralimpica italiana e vincendo diversi titoli".

Cosa riesci a percepire ora?

"Percepisco l’ambiente intorno a me basandomi sui rumori, su quello che sento e ricordando tutto quello che vedevo e provavo un tempo".

Ti sei mai sentito giudicato per il fatto di essere un non vedente?

"Una volta ad una gara di judo tra vedenti e non vedenti. Il mio avversario non sapeva delle mie condizioni, poi quando mi si è presentato davanti, vedendomi, si è rivolto al suo allenatore dicendo: “E io che ci devo fare con questo? Non ci vede!”".

Oltre al judo hai altre passioni?

"Sì, scalare montagne. Con l’aiuto del mio amico Daniele Caratelli siamo arrivati in cima a molte vette, anche alla Marmolada, e molti sogni si sono realizzati. Il prossimo obiettivo è arrivare in cima al Monte Bianco".