Un maresciallo dei carabinieri ora in pensione, e all’epoca alla guida dell’ispettorato del lavoro di Perugia, è indagato per falsa testimonianza e falso. Il sottufficiale ha testimoniato nel processo per l’esplosione alla Greenvest di Gubbio, dove persero la vita Samuel Cuffaro ed Elisabetta D’Innocenti. Omettendo, secondo la Procura della Repubblica, di rivelare che sua figlia ha lavorato per un periodo in nero per l’azienda, occupandosi della trimmatura della canapa light, nella casa dove abitava con il padre. Circostanza che il carabiniere non ha riferito quando è stato chiamato a riferire in aula sugli accertamenti condotti all’indomani dell’incidente sul lavoro. La pm Gemma Miliani, nel corso dell’ultima udienza ha prodotto alla Corte d’assise l’avviso di conclusione delle indagini. Tra i rilievi contestati al maresciallo anche quanto riferito in relazione alle verifiche fatte sui rapporti di lavoro in essere nelle due aziende collegate Greenvest e Greengenetics. A domanda dell’avvocato di parte civile Ubaldo Minelli, e per l’accusa falsamente, sostenne di aver rilevato una sola posizione irregolare, ma non quella della figlia, ma anche di non aver sentito parlare in precedenza delle due aziende e, di conseguenza, di non sapere che si occupassero di coltivazione e commercializzazione della canapa light. Le indagini avviate in parallelo al procedimento per l’esplosione hanno, al contrario, portato a constatare che tra le collaboratrici in nero delle società eugubine, i cui titolari sono imputati, risulterebbe anche la figlia del carabiniere. Lei non risulta coinvolta nella vicenda. Con questo colpo di scena il processo si avvia verso la conclusione del dibattimento.
CronacaTragica esplosione alla ’Greenvest’. Ex maresciallo dei carabinieri indagato per falsa testimonianza