Perugia, 23 settembre 2022 - Vanno allo scontro con Palazzo Cesaroni i sindacati dei trasporti Filt Cgil e Faisa Cisal. "Dopo uno sciopero con un’adesione altissima, intorno all’80% (fuori dalle fasce di garanzia ed esclusi i precettati), che non ha precedenti nella storia recente del Tpl in Umbria - dicono Ciro Zeno (Filt Cgil) e Christian Di Girolamo (Faisa Cisal) - l’assessore Melasecche e la presidente Tesei decidono di escludere dal prossimo tavolo, convocato per il 29, i sindacati che hanno proclamato la protesta e che sono i maggiormente rappresentativi in Umbria (60% dei lavoratori), solo perché non siamo d’accordo con loro. Questo è democraticamente inaccettabile e illegittimo, per questo ci siamo rivolti ai prefetti di Perugia e Terni per ripristinare le corrette procedure democratiche in questa regione". I sindacati insomma non intendono fermarsi né abbassare la testa nella dura vertenza intrapresa a difesa del Tpl in Umbria e contro la decisione della Giunta regionale di procedere ad una gara che secondo i sindacati andrà a depotenziare ulteriormente il servizio pubblico.
"Il taglio da 13 milioni di euro deciso nella delibera di giunta del 10 agosto e il ritorno al passato, con la divisione della regione Umbria in 4 lotti - notano i sindacati - rappresentano un colpo durissimo e forse letale al trasporto su gomma e ferro in questa regione. Accanto a questo nessuna risposta arriva sul futuro di altri servizi essenziali, come i traghetti del Trasimeno, la mobilità alternativa e le manutenzioni. E per non dover rispondere alle nostre legittime perplessità ora si intraprende la strada antidemocratica dell’esclusione dei sindacati ‘cattivi”, che però sono anche quelli che da soli rappresentano 6 lavoratori su 10 in questo settore".
Nella lettera indirizzata ai prefetti di Perugia e Terni, Filt Cgil e Faisa Cisal scrivono: "Riteniamo che le istituzioni non possano scegliersi gli interlocutori sindacali e non possano dividere le organizzazioni dei lavoratori tra buone e cattive solo perché vi sono diversi punti di vista. Chiediamo dunque la possibilità di poterci confrontare con Voi, ovviamente nei tempi più consoni e funzionali alla risoluzione di questa grave difformità democratica ed istituzionale".
Silvia Angelici