REDAZIONE UMBRIA

"Trinca, abbiamo fatto tutto il possibile"

Morte del biologo no vax, il direttore dell’ospedale di Città di Castello Pasqui: "C’è il rammarico per una vita che poteva essere salvata"

"Abbiamo fatto tutto il possibile, tutto quello che era nelle nostre possibilità. Abbiamo un grosso rammarico, perché quella vita poteva essere salvata". A sostenerlo è il direttore generale dell’ospedale di Città di Castello Silvio Pasqui, che commenta così la morte del dottor Franco Trinca (foto) , biologo no vax, tra i coordinatori del movimento "Uniti per la libera scelta", che raccoglie diverse associazioni contrarie al vaccino anti-Covid. La Procura di Perugia ha disposto l’autopsia sul corpo di Trinca e ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. I carabinieri del Nas, coordinati dal colonnello Giuseppe Schienalunga, nell’ambito di un’indagine più ampia sulle esenzioni dal vaccino, hanno acquisito all’ospedale di Città di Castello le cartelle cliniche relative al ricovero del biologo.

"Abbiamo dato la nostra massima collaborazione agli investigatori – sototlinea ancora il direttore Pasqui –. Per quello che ci riguarda non abbiamo chiesto riscontri diagnostici perché per noi la causa della morte è chiara: il Covid". L’obiettivo dell’esame medico legale, spiega il procuratore generale Raffaele Cantone, è quello di "verificare l’effettiva causa di morte" visto che il biologo "era risultato, da altre indagini in corso, destinatario di esenzione dalla somministrazione del vaccino". Ed è proprio sull’esenzione che punta l’indagine della Procura: "L’accertamento (l’autopsia, ndr) si è reso necessario per comprendere se le situazioni che avevano giustificato l’esenzione fossero effettive e, in caso contrario, se il decesso, eventualmente dipendente da Covid, potesse essere ricollegabile all’omessa somministrazione del vaccino".

Il dottor Trinca ha rifiutato il trasferimento in Terapia intensiva e ha rifiutato di essere intubato, nonostante gli fosse stato detto con chiarezza quali avrebbero potuto essere le coneguenze. "Non c’è stato con lui un rapporto conflittuale e nenahce con la famiglia – spiega ancora Silvio Pasqui –. Al dottor Trinca è stato concesso di continuare a prendere i suoi integratori. La sua vita poteva essere salvata, con il vaccino. Perdere un paziente è sempre una sconfitta e lo è stato anche questa volta. Medici e infermieri del reparto hanno provato dispiacere nonostante, ripeto, sia stato fatto per lui tutto quello che era nelle nostre possibilità".

Franco Trinca è morto il 4 febbraio, all’ospedale di Città di Castello, dove era ricoverato con una polmonite bilaterale interstiziale dovuta al Covid.

Annalisa Angelici