
La soddisfazione di Arianna Ciccone: "Presenze da tutto il mondo e città piena. La scommessa è vinta". Nuovi incontri con testimonianze dai fronti caldi dei conflitti in atto, censure e inchieste rivoluzionarie.
"In assoluto questa è l’edizione più partecipata di sempre. Il pubblico è sicuramente più numeroso dell’anno scorso e ormai internazionale, la nostra scommessa è vinta definitivamente. Siamo felici, l’entusiasmo è alle stelle". Esulta Arianna Ciccone, ideatrice e organizzatrice con Chris Potter del Festival Internazionale del Giornalismo che oggi entra nelle due giornate finali in una città in festa, invasa e animata da un pubblico arrivato davvero da tutto il mondo. "Gli altri anni – prosegue – c’era ancora un equilibrio fra la parte internazionale e quella italiana. Quest’anno no, il pubblico nazionale quasi non c’è più e questo significa che arriva un target importante dall’estero, a livello economico e come profili professionali. Ho parlato con un po’ di operatori commerciali, sono strafelicissimi".
A conferma dell’andamento stellare, Arianna Ciccone racconta "la tradizionale passeggiata del giovedì mattina tra le otto sale del Festival che ospitavano eventi in contemporanea. Erano tutte piene, perfino uno spazio come l’Auditorium San Francesco al Prato. Per questo posso già dire che il pubblico di questa edizione è sicuramente più voluminoso del passato, con tantissime persone, tutte straniere, nelle sale, nei locali, nei bar, nei ristoranti della città. Ha vinto l’approccio verso la parte internazionale".
Il copione si è ripetuto ieri, con lunghe file per partecipare agli incontri fin dalla mattina. E oggi si riparte con la quarta giornata che spazia tra i fronti caldi dei conflitti in atto da Gaza all’Ucraina, la violazione dei diritti umani, le censure e le inchieste rivoluzionarie. Tra gli eventi imperdibili c’è l’anteprima in Italia del film “How to Stop a Nuclear War“ di Paul Jay, alle 9.30 alla Sala dei Notari. Al Pavone sono attesi alle 11.30 Yuval Abraham (regista premio Oscar con “No Other Land“) con un’inchiesta sull’intelligenza artificiale e i crimini di guerra e alle 12 Nathan Thrall, vincitore del Pulitzer 2024. A San Francesco al Prato alle 15 c’è Lydia Cacho, celebre giornalista investigativa messicana, alle 11.30 alla Sala Raffaello del Brufani Zahra Joya, voce tra le più coraggiose del giornalismo afgano, alla 14 in Sala dei Notari si rievoca la storia della giornalista ucraina Victoria Roshchyna, uccisa mentre documentava l’occupazione russa.