REDAZIONE UMBRIA

"Turismo, sarà un anno in crescita". Federalberghi scommette sul ’24

Il presidente Bocca a Perugia: "Preoccupati dalle guerre, ma ci sarà un boom di visitatori dagli Usa"

"Turismo, sarà un anno in crescita". Federalberghi scommette sul ’24

Li chiamano ’Big spender’, ovvero coloro che spendono alla grande, che cercano e vogliono il meglio quando arrivano per visitare l’Italia. Un po’ lo sono i turisti cinesi e arabi, molto lo erano i russi prima della guerra, ma adesso sono soprattutto gli americani ad alimentare il mercato delle gite di lusso. In nove mesi del 2023 hanno lasciato in Italia la rispettabile cifra di 5,2 miliardi. E le proiezioni sul 2024 annunciano un deciso sorpasso: a dirlo è Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi e di Sina Hotels durante l’evento ’Sina Hotel Express’ che ha festeggiato i 150 anni del Bernini Bristol di piazza Barberini a Roma e i 140 del Brufani di Perugia, punte di diamante degli 11 hotel della catena. Evento celebrato con un viaggio tra la capitale e l’Umbria sul treno storico ’Etr 252 Arlecchino’.

"Siamo grati ai turisti americani che dopo il Covid – spiega Bocca – hanno ricominciato a viaggiare e hanno scelto con entusiasmo l’Italia come Paese principale dove trascorrere le vacanze. L’anno scorso eravamo preoccupati di quello che stava succedendo con la Russia, perché sapevamo di perdere un turismo che amava l’Italia ed era alto spendente, però abbiamo avuto questa piacevole sorpresa di una crescita importantissima del turismo americano che ha più che compensato la perdita del turismo russo". Soddisfatta la ministra del turismo Daniela Santanchè: "I turisti americani spendono di più e prediligono il lusso, questa è una grande notizia per il settore. La direzione è chiara e con il ministero la stiamo già seguendo: investire nella qualità delle strutture e dei servizi per attrarre sempre di più turisti alto spendenti e portarli anche a scoprire luoghi meno conosciuti".

In Umbria, nel 2023, sono stati 135mila i turisti made in Usa, che hanno trascorso nella regione quasi 350mila notti. Non certo in ostelli o piccoli alberghi, ma in hotel di lusso. "I big spender americani – sottolinea ancora Bocca – sono disposti a pagare tanto ma vogliono servizi di alto livello, non solo nell’albergo, ma in aeroporto, nei taxi, nei ristoranti, nelle strade delle città. Se vogliamo diventare una destinazione turistica di alto livello abbiamo ancora da lavorare. La buona notizia è comunque che le prenotazioni fioccano". Con un’incognita: la guerra in Medio Oriente: "La cosa – dice Bocca – ci spaventa molto perché mentre la guerra in Ucraina era circoscritta ed eravamo certi che ci avrebbe penalizzato sul mercato russo, quello che sta succedendo oggi in Israele rischia di allargarsi. Il turismo americano di alta fascia non è tanto sensibile al dollaro e alla crisi economica ma è molto sensibile alla sicurezza. Se dovesse succedere qualcosa non dico in Italia ma in Europa gli americani da un giorno all’altro chiudono i rubinetti".

R.Bor.