C’è un movente sessuale dietro l’uccisione di Marielle Soethe, 71 anni, trovata senza vita nella sua abitazione di Pistrino l’1 dicembre 2022. Chi l’ha uccisa è qualcuno che la conosceva, che era in rapporti con lei e che, per pudore o meglio per attenuare il senso di colpa, le ha coperto il volto e il pube. Dopo, però, averle usato violenza sessuale. È quanto il maresciallo Maurizio Inangeri del Racis, ovvero del Reparto analisi criminologiche, dei carabinieri ha riferito ieri davanti alla Corte d’assise del tribunale di Perugia nel corso del processo per l’omicidio della donna tedesca per il quale è imputato il vicino di casa, Cristian Francu, difeso dall’avvocato Donatella Donati.
Secondo l’esperto dei carabinieri, l’assassino di Marielle è stato guidato da un forte impulso sessuale che, al rifiuto della donna, si è tramutato nella violenza che ha portato all’omicidio. Probabilmente, sempre secondo l’esperto, uccidere non era nelle intenzioni di chi poi lo ha fatto, ma le pulsioni erano così forti che il rifiuto di Marielle ha innescato una reazione fuori controllo. Un impulso così forte, irrefrenabile che, sempre secondo quanto sostenuto dal testimone, troverebbe conferma anche nelle lesioni che il medico legale ha riscontrato nelle parti intime della donna. Insomma, un impulso sessuale avrebbe guidato un approccio che poi sarebbe degenerato quando Marielle non ha assecondato il desiderio del suo aggressore che, probabilmente, sempre secondo il profiler dell’Arma, avrebbe avuto anche in precedenza delle fantasie di tipo sessuale e che, in quella circostanza, avrebbe immaginato di poter realizzare, vendole poi infrangersi sul suo rifiuto.
Per contenere i suoi sensi di colpa, l’autore del delitto avrebbe poi proceduto a modificare la scena del crimine, in particolare coprendo il volto della vittima e le parti intime. Un elemento che, secondo l’esperto, evidenzierebbe una precedente conoscenza tra vittima e assassino. Sempre nell’udienza di ieri mattina è stato sentito anche un endocrinologo che ha riferito sulle condizioni di salute di Francu e l’eventuale compatibilità con la detenzione in carcere. Compatibilità che secondo il consulente non ci sarebbe. Per questo, a fronte del parere positivo del pubblico ministero, anche la difesa dell’imputato, sta cercando di individuare una possibile collocazione alternativa al carcere di Terni dove l’uomo è attualmente detenuto. Il processo proseguirà il 13 gennaio,