
Il 23enne Marc Samson ha confessato di aver ucciso la ex fidanzata Ilaria Sula
"L’ho aiutato a pulire casa, a cancellare le tracce di tutto quel sangue". La madre di Mark Antony Samson, il 23enne che ha ucciso a coltellate Ilaria Sula, 22 anni di Terni, ha confessato, in un interrogatorio di oltre tre ore nella questura di Roma, di avere avuto un ruolo "attivo" nelle fasi successive al delitto. Per lei, Nosr Man Lapaz, è stata quindi formalizzata l’ accusa di concorso nell’occultamento del cadavere. Nell’ordinanza il gip afferma che Samson "ha agito con freddezza e insensibilità": la giovane è stata aggredita "in modo brutale" da parte di una persona "di cui lei si fidava".
Come ammesso dallo stesso 23enne nelle ore successive al fermo, la mamma era in casa al momento dell’aggressione, quando il ragazzo ha ucciso con almeno tre fendenti, con un coltello da cucina che poi avrebbe gettato in un tombino, la studentessa ternana con cui aveva avuto una breve relazione sentimentale. La ragazza avrebbe raggiunto la casa dell’ex per ridargli dei vestiti. E una disperata richiesta di giustizia è arrivata ieri dallo straziante corteo funebre che a Terni, con oltre tremila persone, ha accompagnato la salma della giovane dalla sua abitazione in viale dello Stadio al cimitero comunale, dove si è svolta una breve cerimonia di rito islamico. La mamma di Ilaria, davanti al feretro bianco, ha accusato un malore e ha seguito il corteo su una sedia a rotelle. Ha chiesto "giustizia" la famiglia di Ilaria Sula e lo ha fatto per bocca del papà Flamur: "Deve marcire in carcere" ha affermato riferendosi a chi l’ha uccisa. "Abbiamo salutato per l’ultima volta mia figlia Ilaria che ora sta su in cielo – ha detto ancora il genitore ringraziando la polizia –. Non meritava questa fine perché era veramente una figlia d’oro, un angelo". "Una ragazza d’oro, ci sono poche parole. Parlano tutte le persone che sono venute", ha ribadito il fratello di Ilaria, Leon, 19 anni.
Il corteo si è mosso in silenzio per circa un chilometro, la distanza che separa la casa della famiglia Sula, d’origine albanese e radicata ormai a Terni da più di vent’anni, e il cimitero. Tra palloncini bianchi, foto di Ilaria e fiori, commozione e rabbia sono andate di pari passo.
"Una ragazza che ha trovato sulla sua strada un diavolo, un uomo indegno di essere chiamato uomo" ha detto il sindaco Stefano Bandecchi, che ha parlato di "tristezza enorme nel cuore". "Speriamo – ha aggiunto – che la giustizia italiana per una volta non voglia darci parole inutili come perdono". A quel punto si è alzato il grido "ergastolo" da parte di una donna, accompagnato da un applauso. Così l’avvocato Fabrizio Gallo, che difende l’assasssino, all’uscita della Questura romana: "Adesso è il momento di chiedere scusa e perdono alla famiglia di Ilaria Sula. Noi facciamo il nostro dovere ma non possiamo non dire che il ragazzo deve pagare e che il fatto è grave".