REDAZIONE UMBRIA

Ucciso da puntura d’ape, si era salvato già una volta dallo choc anafilattico

Spoleto, Luca Federici si era già salvato una volta grazie alla puntura di adrenalina, ma in questo caso non aveva con sé l’iniezione. Il dolore della comunità

Luca Federici, imprenditore agricolo spoletino, morto a causa della puntura di un ape

Luca Federici, imprenditore agricolo spoletino, morto a causa della puntura di un ape

Spoleto, 16 marzo 2025 – “Non possiamo sfuggire a ciò che deve accaderci. Il vento ci porterà nei luoghi che dobbiamo visitare”. Sono le parole tratte dalla poesia di Antoine de Saint-Exupéry che Luca Federici, lo spoletino, morto a causa della puntura di un ape scriveva non più di due mesi fa sulla sua pagina facebook. Non era la prima volta, ma venerdì la puntura di una delle sue amate api è stata letale. C’è grande sconforto a Spoleto soprattutto tra gli amici del 45enne, deceduto sotto gli occhi dei medici a causa di uno choc anafilattico. A poco è valsa anche la corsa verso l’ospedale di Spoleto e l’immediata iniezione di adrenalina, effettuata addirittura dai sanitari fuori dalle mura del pronto soccorso.

Dopo circa un ora di agonia nella sala di emergenza, il cuore dell’imprenditore agricolo ha cessato definitivamente di battere. Gli operatori sanitari hanno fatto tutto il possibile, richiedendo anche l’intervento dell’elisoccorso per tentare di trasferire il paziente in fin di vita in un altro ospedale, ma alla fine anche questo ultimo disperato tentativo è risultato vano. Eppure Luca Federici era al corrente del rischio che correva perché a quanto pare l’adrenalina gli aveva già salvato la vita almeno in un’altra occasione. E anche venerdì nel primo pomeriggio, come sempre, si era recato in una frazione dello spoletino per curare le sue amatissime api.

Per il giovane imprenditore spoletino specializzato nel commercio di tartufo quella dell’apicoltura era una passione piuttosto recente. Sapeva benissimo quali fossero i pericoli a cui andava incontro e per questo come sempre per precauzione aveva indossato l’apposita tuta ed il casco protettivo. La sorte però non gli è stata vicina perché a quanto pare una delle api si sarebbe infilata proprio nella fessura tra la tuta ed il casco e l’avrebbe punto al collo.

Oltre al dolore della puntura ha avvertito subito i sintomi delle choc anafilattico, ma la malasorte ha colpito ancora ed ha voluto che non avesse con se l’adrenalina. I tentativi di tamponare con cortisone ed antistaminico si sono rivelati inefficaci e alla fine anche l’iniezione di adrenalina del pronto soccorso non è servita per evitare la tragedia. Ora si attende solo di conoscere data e luogo del funerale che con molte probabilità sarà celebrato domani.

D. M.