Umbria, il commercio è in affanno: “Meno negozi e calo del lavoro. Le città perdono pezzi vitali”

Le difficoltà si concentrano soprattutto in provincia di Perugia dove hanno abbassato la saracinesca 457 attività (586 in tutta l’Umbria) e mancano all’appello 577 addetti

Un negozio (Foto di repertorio)

Un negozio (Foto di repertorio)

Perugia, 1 settembre 2024 – Il commercio in Umbria, più in particolare nella provincia capoluogo, è sempre più in affanno. I numeri parlano più delle parole. In un anno, infatti, si perdono per strada 557 addetti, a causa delle serrande che si abbassano: ben 457 soltanto nel perugino, secondo un trend ultradecennale che vede sparire soprattutto gli esercizi più piccoli. Questi, considerando i negozi fino a un addetto, sia familiari che non, sono scesi nel secondo trimestre 2024, rispetto allo stesso periodo 2023, di 585 unità, con una contrazione di ben il 4,7%. La riduzione, peraltro, nell’ultimo anno è stata particolarmente severa per i negozi in cui lavora solo il titolare, che sono scesi di ben il 23,6% (-455 esercizi). E’ il quadro che si delinea dal report della Camera di Commercio dell’Umbria.

“La trasformazione del comparto in Umbria – nota il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni – emerge con chiarezza, nei suoi contorni ben definiti, dal report dell’Ente camerale. Come emerge anche che, nel 2024, si registra una battuta d’arresto, dopo la crescita degli anni scorsi, nell’occupazione delle imprese commerciali in provincia di Perugia, che manda in negativo il bilancio regionale, nonostante l’aumento registrato in provincia di Terni. Qui bisognerà vedere se si tratta della fine della coda della forte ripresa post Covid e la conseguente decelerazione della crescita economica e dei consumi, oppure di una fase di riassetto del settore. O di entrambe le cose insieme. Il punto strategico chiave è comunque, a livello regionale umbro, una programmazione che accompagni tale trasformazione garantendo la libera concorrenza ma tutelando anche alcuni presidi, a partire dagli esercizi commerciali di prossimità, che rivestono in molte realtà umbre un ruolo sociale insostituibile e che, lasciati a se stessi, determinano con la loro rarefazione problemi sociali, in particolare per gli anziani e altre categorie fragili, minando la coesione e la vivibilità dei territori. Come è fondamentale una pianificazione urbanistica che porti a concretizzare l’obiettivo ‘La città a 15 minuti’, ossia un modello di pianificazione urbanistica che abbia come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita delle persone dando loro modo di gestire al meglio tempo e risorse. Su questo in Umbria c’è ancora molto da lavorare”.

Silvia Angelici