REDAZIONE UMBRIA

Umbria, le pensioni anticipate non sfondano

L’addio al lavoro ’prima del tempo’ stenta a fare breccia. E anche "quota 100". Ma i pensionati adesso sono più di 378mila

Negli ultimi 4 anni l’Umbria ha "accumulato" dodicimila pensionati in più, ma le fli assegni anticipati – di cui si parla molto in questi giorni – sono stati davvero pochi nella nostra regione. E’ il quadro che emerge dal rapporto Inps Umbria presentato pochi giorni fa. "La questione dell’uscita anticipata dal mondo è un argomento al centro del dibattito pubblico – ha spiegato il direttore regionale Fabio Vitale –. A parte le “pensioni anticipate” o di anzianità, che si ottengono al raggiungimento di un requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, al momento la normativa prevede la possibilità per alcune categorie di lavoratori di accedere alla pensione con tempi più rapidi rispetto ai requisiti vigenti, previa certificazione del diritto a pensione. Molto contenuto è stato però il numero di pensioni liquidate in Umbria in questa categoria".

Sui lavori usuranti infatti solo 7 pensionamento nel 2020, mentre erano state 15 nel 2019. A queste categorie si aggiunge l’Anticipo pensionistico (Ape sociale), misura assistenziale sperimentale introdotta dalla legge di Bilancio 2017 e ad oggi prorogata fino al 31 dicembre 2021. I nuovi beneficiari nel 2020 in Umbria sono stati 169. Infine, la “Pensione Quota 100”, una prestazione economica erogata, a domanda ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021, almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione. Gli umbri andati in pensione con "Quota 100" nel 2020 sono stati 1.707, di cui 645 nella Gestione pubblica e 1.062 nella Gestione privata. Nel 2019 erano stati 2.421.

In una situazione di diminuzione della popolazione complessiva e ancor più accentuata in Umbria (regione sempre più anziana), cresce così l’età media della popolazione e quindi anche la platea di interessati alle prestazioni previdenziali pensionistiche. Al primo gennaio 2021 nella Gestione Privata sono 327.483 i pensionati e altri 51.122 in quella pubblica per un totale di 378.605. All’inizio del 2018 erano invece 366.671, con un aumento di dodicimila unità pari al 3,1 per cento e un incremento di oltre 3.500 soggetti solo nell’ultimo anno.

Michele Nucci