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La Provincia di Perugia diventa 'zona rossa'. Ecco sosa si può fare e cosa no

Firmata l’ordinanza per prevenire i contagi, stretta sullo sport per 65 Comuni umbri (sei quelli di Terni). Ecco le nuove norme

La provincia di Perugia diventa zona rossa

La provincia di Perugia diventa zona rossa

Perugia, 7 febbraio 2021 - Alla fine ha prevalso la linea dura per prevenire i contagi. Così l’Umbria nella morsa del Coronavirus diventa "rossa" a metà, con nuove restrizioni che entreranno in vigore da domani e dureranno due settimane (fino al 21 febbraio). Chiuse tutte le scuole, anche gli asili nido e le materne, fermato lo sport e anche la caccia in tutta la Provincia di Perugia (59 Comuni) e in sei zone del Ternano (Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, San Venanzo, Lugnano in Teverina e Montegabbione). Per gli altri territori rimangono in vigore i provvedimenti previsti per la fascia arancione.

La governatrice Donatella Tesei lo aveva annunciato venerdì ("Vista la diffusione delle varianti del virus, credo sia importante organizzarci al meglio) e ieri ha firmato la nuova ordinanza, dopo una riunionedel Cor (Centro operativo regionale) con i sindaci dei territori coinvolti. A preoccupare, è la conferma della circolazione in Umbria delle varianti inglese e brasiliana.

Ma cosa prevede, nel dettaglio, l’ordinanza? Oltre alle norme Dpcm della fascia "rossa", stabiliosce "che nei 65 comuni saranno sospesi tutti i servizi socioeducativi per la prima infanzia – fino a 36 mesi di età - pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, statali e paritarie, mentre le classi delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie, svolgeranno esclusivamente le lezioni con modalità a distanza (dad)". Inoltre "resta la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità".

Nella zona "rossa" è disposto inoltre il divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto nei luoghi pubblici; lo stop ai distributori automatici e alle attività sportive e ludiche di gruppo, nei parchi e nelle zone verdi. Verranno transennati anche le aree gioco. "Inoltre - continua il documento - non sono consentite le attività venatorie".

Stretta anche sullo sport. Sono sospese "le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Coni, dal Comitato Italiano Paralimpico e dalle rispettive federazioni, discipline associate, enti di promozione sportiva, in relazione agli sport di squadra e di contatto nonché lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale sia al chiuso che in spazi aperti, per gli atleti che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche ed amatoriali degli sport di squadra e di contatto", si legge nell’ordinanza.

Intanto i contagi nel Cuore verde d’Italia non si fermano. In Umbria si è registrato un un nuovo balzo dei ricoverati per Covid nelle ultime 24 ore: secondo i dati della Regione aggiornati al 6 febbraio, sono 458 (quindici in più), dei quali 70 (quattro in più) quelli in terapia intensiva. Segnalati altri otto morti, dopo i dieci di venerdì (831 in tutto). I guariti sono 159 e gli attualmente positivi salgono a 6.582. I tamponi molecolari analizzati nell’ultimo giorno sono 4.270 (616.821 quelli eseguiti dall’inizio della pandemia), con un tasso di positività dell’8,2%, e i test antigenici sono 4.679 (50.339 in tutto).

A sottolineare l’importanza della collaborazione in questo momento difficile è stato ieri il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano: "Siamo tornati purtroppo alla condizione in cui eravamo a marzo scorso - ha detto in diretta su Facebbook -. Una situazione che non riguarda i numeri dei contagi nei singoli Comuni ma la provincia di Perugia. A tutti dico con tanta amarezza e tristezza nel cuore, di non mollare. Pur non avendo nel nostro territorio nessun allarme, condividiamo questa scelta della Regione perché facciamo parte di una comunità. Non è il momento delle accuse, usciremo da questa situazione solo se remeremo tutti nella stessa direzione e resteremo uniti. I vicini sono i nostri fratelli". Daniele Cervino