
Gli affari sarebbero stati gestiti direttamente dall’Albania, attraverso quello che la Procura di Perugia, ha indicato come una sorta di call center. Numeri telefonici a cui i clienti si potevano rivolgere per concordare l’acquisto di cocaina. A concluderlo, materialmente, una serie di “cavalli“ che arrivavano dall’Albania con un visto turistico valido tre mesi, lavoravano e poi tornavano a casa con il portafoglio pieno. Anche 6mila euro al mese poteva arrivare a fruttare l’attività di spaccio per conto del presunto sodalizio individuato dai carabinieri di Assisi. Indagini per le quali la Procura ha chiesto e ottenuto dal gip 20 misure cautelari: una in carcere, 4 ai domiciliari, per altri 4 indagati l’obbligo di dimora in Umbria, per 11 il divieto di dimora nella regione.
Sei le misure portate a termine al momento, tra Perugia, Terni e Roma: un albanese è stato arrestato e condotto in carcere, a Capanne, per un uomo italiano e una donna romena sono scattati gli arresti domiciliari, per altri due albanesi è stato disposto l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, per un altro il divieto di rimanere in Umbria. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno sequestrato 6 chili di cocaina proveniente dalla Germania, altri 5 sono stati trovati uno degli indagati che viveva ad Assisi.
La droga, una volta immessa sul mercato, avrebbe garantito incassi per 3 milioni di euro. Il presunto sodalizio, in grado di trafficare e vendere la cocaina, è stato individuato dai militari dell’Arma partendo da un giovane consumatore che, fermato dai carabinieri, aveva fornito agli investigatori elementi per individuare chi gli aveva ceduto lo stupefacente. Da lì la ricostruzione anche grazie a intercettazioni telefoniche, dell’attività di smercio, particolarmente sviluppata in particolare a Perugia e nelle zone limitrofe. Diverse le perquisizioni effettuate in appartamenti e locali ritenuti basi operative dello spaccio.
L’attività di indagine, partita nel giugno del 2019, spiega ancora la Procura, ha permesso di accertare almeno 500 cessioni, a conferma di un giro d’affari estremamente redditizio ed articolato, 20mila gli euro sequestrati durante le perquisizioni. Si estendono adesso anche all’estero le ricerche dei 14 destinatari di misure ancora non individuati. Sono 12 albanesi, una donna romena e un egiziano. Gli indagati complessivamente sono 26.
Luca Fiorucci