Un delitto, mille domande. Massacrato con tredici coltellate. Orrore all’alba nel parcheggio

Foligno, vittima un muratore di 56 anni. Sarebbe stato aggredito a bordo dell’auto aziendale. I colleghi: "Persona solare e gran lavoratore". Gli investigatori: "Seguiamo tutte le piste".

Un delitto, mille domande. Massacrato con tredici coltellate. Orrore all’alba nel parcheggio

Foligno, vittima un muratore di 56 anni. Sarebbe stato aggredito a bordo dell’auto aziendale. I colleghi: "Persona solare e gran lavoratore". Gli investigatori: "Seguiamo tutte le piste".

FOLIGNO (Perugia)

La città di Foligno è sconvolta da un efferato omicidio: Salvatore Postiglione, muratore 56enne di origine napoletana, padre di due figli, ucciso a coltellate in un parcheggio all’alba di ieri. Una decina di coltellate, forse più, nella zona industriale La Paciana, area di nuova edificazione a due passi dal centro. La vittima, da oltre vent’anni residente a Foligno, aveva raggiunto in auto il parcheggio di via La Louviere, di fronte all’omonimo condominio, per attendere i colleghi con i quali sarebbe dovuto andare in cantiere. Un capo cantiere, Postiglione. Ad aspettarlo, intorno alle 6.30, c’era però l’assassino. Il 56enne, ancora agonizzante, è stato notato da due addette alle pulizie della sede della Cisl, nella zona del delitto. Postiglione è morto poco dopo in ospedale. Le indagini della polizia sono coordinate dal procuratore Claudio Cicchella. Sul posto il magistrato Vincenzo Ferrigno, il vicequestore Adriano Felici e i colleghi della squadra mobile di Perugia, con la dirigente Maria Assunta Ghizzoni.

L’auto, una Citroen station wagon, era ancora accesa e aveva lo sportello del passeggero anteriore aperto. Aperto anche il finestrino del guidatore. Subito fuori dalla vettura una scarpa da antinfortunistica, una bottiglia d’acqua di plastica e degli occhiali da vista. In mezzo alla strada un cappello di stoffa e, vicino a dove è stato ritrovato l’uomo, una bottiglia di birra vuota ma integra e un borsello sporco di sangue, con la tracolla strappata, presumibilmente della vittima. L’auto era intestata all’azienda edile per la quale Postiglione lavorava da tempo.

"Non ci sono fermi, arresti o indagati – spiega il procuratore Cicchella –, stiamo seguendo tutte le piste". La dinamica del delitto sarà tracciata anche dalle telecamere di videosorveglianza della zona, in primo luogo del residence La Louviere, già al vaglio degli inquirenti. Nessuna traccia dell’arma. Nel pomeriggio sono stati ascoltati nel Commissariato di via Garibaldi anche quattro colleghi di Postiglione.

Al loro arrivo intorno alle 7 a La Paciana, in base alla versione fornita, l’aggressione era già stata consumata. Le coltellate sarebbero state sferrate da una sola persona e gli elementi raccolti fanno ipotizzare una colluttazione. La ricostruzione più accreditata è che l’uomo abbia abbassato il finestrino per parlare con il suo interlocutore, dal quale sarebbe stato aggredito. Avrebbe quindi provato a scappare uscendo dallo sportello del passeggero e perdendo i sensi, dopo la raffica di coltellate, sull’aiuola al di là della strada. L’arma del delitto, come detto, non si trova. Gli agenti hanno cercato nei secchi della spazzatura e, attraverso metal detector, nei campi intorno ai palazzi circostanti. E’ comunque caccia all’assassino.

Movente? Alla Filca Cisl, cui Postiglione era iscritto, non si danno pace: "Una persona solare e sempre sorridente. Lavorava per un’azienda seria e solida, mai manifestato preoccupazioni. Con lo stipendio da muratore ha cresciuto due figli, sempre vicino alla moglie". Postiglione risulta anche sconosciuto alle forze dell’ordine, ma sia il suo passato che il suo presente sono inesorabilmente sotto la lente degli inquirenti.

Alessandro Orfei

Stefano Cinaglia