SOFIA COLETTI
Cronaca

Un ponte fra le arti. Al Festival dei Due Mondi c’è il canto della terra

E’ questo il filo conduttore della 68ª edizione dal 27 giugno al 13 luglio a Spoleto. In cartellone sessanta spettacoli e 700 artisti provenienti da tredici paesi.

Umberto Orsini sarà diretto da Massimo Popolizio in «Prima del Temporale»

Umberto Orsini sarà diretto da Massimo Popolizio in «Prima del Temporale»

SPOLETO (Perugia)Un ponte tra le arti e un banco di prova per unire tradizione e innovazione, maestria e sperimentazione. Dal 27 giugno al 13 luglio torna a Spoleto il Festival dei Due Mondi, con la 68° edizione scandita da sessanta spettacoli e settecento artisti provenienti da 13 Paesi. Ieri la presentazione a Roma, con il ministro Alessandro Giuli: l’indirizzo artistico della direzione di Monique Veaute (che chiude il suo mandato quinquennale) prosegue nel solco del dialogo interdisciplinare con un cartellone eterogeneo che punta a ridefinire i linguaggi dell’arte e ha come il filo conduttore il “canto della terra” ispirato dalla musica di Mahler. Emozionata e orgogliosa dei risultati raggiunti (museo della memoria, nuovi spazi teatrali, coproduzioni), Veaute racconta il suo Festival tra opera, musica, teatro, danza e arti visive. L’inaugurazione, venerdì 27 giugno al Teatro Nuovo Menotti, sarà con l’opera “Hadrian“ del compositore newyorkese Rufus Wainwright (protagonista anche di un grande concerto solista) sull’amore tra l’imperatore Adriano e Antinoo, con immagini di Robert Mapplethorpe. Il finale con il tradizionale concerto in Piazza Duomo domenica 13 luglio dove il “canto della terra“ che abbraccia la programmazione sfocia nella Quinta Sinfonia di Mahler, eseguita dalla Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer.

Ampio spazio alle più diverse esperienze di teatro musicale: William Kentridge (anche autore del manifesto di Spoleto 68) presenta “The Great Yes the Great No“ tra opera da camera, oratorio e teatro, Ersan Mondtag e Berliner Ensemble mettono in scena “Woyzeck“ di Büchner, Alessandro Baricco torna al Festival con una nuova versione di “Novecento“ in duello con Stefano Bollani ed Enrico Rava, la violoncellista Sonia Wieder - Atherton si affida all’artista visivo e regista d’opera Clément Cogitore per dar corpo alle sue memorie. Tanta musica. Raddoppiano i concerti di mezzogiorno con una fascia pomeridiana e un ciclo sul repertorio per voce e pianoforte con grandissimi interpreti (Sandrine Piau, Benjamin Appl, Matthew Rose, Lea Desandre, Raffaele Pe), immancabili i musicisti delle due orchestre in residenza, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Budapest Festival Orchestra, e poi il Quartetto d’archi e l’Ensemble di percussioni del Teatro alla Scala, il jazz, il debutto del cinese Amber Quartet, la regina del sitar Anouska Shankar e il pianista giapponese rivelazione Hayato Sumino.

Il teatro punta su grandi nomi italiani. Massimo Popolizio dirige Umberto Orsini in ’Prima del Temporale’ ("sono le memorie di un giovane attore da vecchio, solo io potevo farlo" ha detto), Luca Marinelli torna nella doppia veste di regista e attore con le ’Cosmicomiche’ di Calvino, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi riportano in scena ’Edipus’ di Testori, Piero Maccarinelli debutta con ’L’amore non lo vede nessuno’ di Giovanni Grasso e la compagnia #SIneNOmine con lo spettacolo nato nel Carcere di Spoleto. Per la danza, la compagnia di circo Circa, Shahar Binyamini con ’Bolero’ di Ravel, la Sydney Dance Company e Blanca Li con ’Didone ed Enea’. Tra i progetti speciali, la Fondazione Carla Fendi, che insieme a Mahler & LeWitt Studios ospita il ’Centre for the Less Good Idea!’ di Kentridge che riceverà il premio Steam 2025.