REDAZIONE UMBRIA

Umbria, vaccinazioni nelle Aft: ultima chiamata per 30mila no vax

Medici di Medicina generale operativi nelle sedi di Perugia. Scattano le sanzioni per chi non è ’coperto’

Il personale sanitario dell'Aft di Perugia

Perugia, 31 gennaio 2022 - Ancora una domenica di lavoro per i medici di Medicina generale che hanno provveduto a effettuare le vaccinazioni ai pazienti ancora da coprire (nell’Aft di Perugia centro le dottoresse Valeria D’Alessandro e Michela Bovi coi colleghi Fulvio Forcignano e Roberto Natali e l’infermiera Simona Scarabattoli nella foto). Da domani, martedì 1 febbraio, infatti scattano, come previsto dal decreto legge, le sanzioni nei confronti degli over 50 sprovvisti del certificato verde (in Umbria sono circa 30mila).

La nostra, in verità, è tra le regioni con il più alto numero di vaccinati (più dell’85% della popolazione) ma la battaglia per la prevenzione va completata. Un ruolo fondamentale in tal senso va riconosciuto appunto ai medici di Medicina generale impegnati sia nell’assistenza ai propri pazienti (clinica, prevenzione), sia nel contrasto delle cronicità legate all’invecchiamento della popolazione e le molteplici esigenze legate ad esso. 

"Obiettivi per i quali siamo impegnati ormai 7 giorni su 7 con una media di oltre 12 ore al dì. Ci carichiamo – sottolineano alcuni dei sanitari perugini – di compiti infiniti, regole burocratiche in continuo aumento e centinaia di richieste giornaliere dei cittadini che trovano solo noi come figure pronte ad ascoltarli, nella totale assenza di aiuto da parte del Governo, della Regione e delle Asl. La lotta al virus ancora è lungi dal finire, molti colleghi vanno in pensione e non ce ne sono di pronti a sostituirli, perché i giovani colleghi non sono disposti a farsi schiacciare da una situazione sanitaria territoriale diventata insostenibile. Però – sottolineano ancora – andiamo avanti, a creare delle iniziative come quelle delle sedute vaccinali straordinarie domenicali, che vedono i medici di Medicina generale donare il proprio tempo ancora una volta, dopo due anni estenuanti sia fisicamente che psicologicamente, mettendo a rischio la propria vita ogni giorno per la salute del cittadino". 

Quindi lo sguardo al futuro: "La nostra speranza – dicono – è che la pandemia da Covid-19 abbia smascherato e rivelato a tutti il totale collasso delle Istituzioni Sanitarie che non sono in grado di svolgere i compiti che sono assolutamente di loro competenza riversandoli sull’unica categoria professionale che è stata sempre presente e fattivamente attiva, il Medico di Medicina Generale, professionista che le suddette Istituzioni vogliono relegare a semplice burocrate. Le giornate di vaccinazione del 23 gennaio e di ieri sono ancora una volta la dimostrazione dell’importanza strategica della Medicina Generale, della volontà di mettere al primo posto l’interesse del cittadino che possa contare sul tempo e sui mezzi a disposizione del proprio medico di fiducia".