Due contendenti per aggiudicarsi la Cassa di risparmio di Orvieto, messa in vendita dal Mediocredito Centrale. Si tratta di Banco Desio, che in Umbria è da tempo presente avendo rilevato nel 2014 la Banca Popolare di Spoleto, guidata da Alessandro Decio, e la romana Banca del Fucino, l’istituto di credito guidato dall’amministratore delegato Francesco Maiolin, storicamente legato alla dinastia dei Torlonia. La vendita della banca potrebbe concretizzarsi a breve, non si esclude entro la fine dell’anno. La Cassa conta 41 filiali tra Toscana, Umbria e Lazio, l’istituto umbro ha realizzato nel primo semestre oltre 6 milioni di utili, risultato molto vicino ai 7,81 milioni di profitti del 2023. L’associazione Praesidium che si occupa da anni della vicenda della Cassa e della tutela dei risparmiatori, mette nel mirino le le istituzioni locali accusate di non aver volto il ruolo che avrebbero dovuto svolgere in tuttta la vicenda, che ora sta sfociando nell’imminente cessione della banca.
"A livello politico i rappresentanti regionali e locali non hanno lavorato (o capito) l’opportunità che essere all’interno del Mcc poteva darci, forse si poteva essere predatori e non prede. Gli articoli di stampa ci confermano quali banche siano interessate all’acquisto di istituti di piccola/media dimensione ed è facile prevedere che in un periodo più o meno lungo la Cassa di risparmio sarà fusa all’interno dell’acquirente. Ma forse ce lo meritiamo, visto che recentemente nessuno ha sollevato obiezioni ad un comunicato della presidenza della banca che ci rendeva noto che la raccolta fatta sul territorio veniva destinata a sviluppare un progetto della città di Firenze", così Praesidium. "La Cassa ed i suoi lavoratori hanno una lunga e travagliata storia alle spalle – affermano le segreterie di Fabi, First Cisl e Fisac Cgil e le rappresentanze sindacali aziendali -. Vicissitudini dalle quali sono usciti sempre a testa alta. Mantenendo ottimi rapporti con la clientela, con le famiglie, con le imprese e con il territorio. Il tutto a dispetto delle scelte, a volte addirittura scellerate, operate dalla proprietà della Banca. L’avvio di trattative per la vendita della quota di maggioranza della Cassa di Risparmio di Orvieto, confermate durante l’incontro con la Direzione Aziendale, richiede una forte mobilitazione".