Perugia, 31 ottobre 2024 – Hanno capito che c’era qualcosa che non andava. Hanno insistito e insistito ancora, finché non è riemersa dal pozzo nero nel quale era finita da tre giorni. E alle amiche, per prime, ha raccontato tutto: “Mi ha drogata e violentata”. Poi lo ha fatto detto al padre e ai medici del pronto soccorso a cui si è rivolta. Di nuovo in questura dove quell’incubo è diventato una denuncia. Lei, ventenne di Perugia, ha messo in fila con gli agenti la serata passata con quel ragazzo di poco più grande di lui, le parole che si sono detti, i gesti, l’occasione in cui, forse, le potrebbe aver versato qualcosa dentro al bicchiere che le provocasse quell’insolito torpore che ricorda di aver provato dopo aver bevuto con lui, mentre conversavano come avviene tra due ragazzi che si stanno conoscendo, seduti al tavolo di un bar del centro di Perugia.
Un primo appuntamento, è stato ricostruito, dopo la conoscenza avvenuta tramite una chat di incontri. Secondo quanto raccontato dalla presunta vittima, i due sono andati insieme in un locale, si sono seduti all’aperto, il ragazzo è andato a prendere da bere per entrambi, quindi ha portato le bevande al tavolo. La serata è proseguita normalmente, finché i due sono andati a fare una passeggiata. In corso Garibaldi. Qui, la conoscenza si sarebbe trasformata in incubo. Perché il ragazzo avrebbe spinto in un vicolo la ragazza per poi violentarla. Siamo intorno alla mezzanotte tra sabato e domenica, circa due settimane fa. La giovane, racconta, avrebbe urlato, chiesto aiuto quando avrebbe capito che lui non si sarebbe fermato alla sua richiesta di smetterla, di lasciarla stare. La richiesta sarebbe caduta nel vuoto. Consumata la violenza, la ventenne sarebbe stata riaccompagnata a casa dal coetaneo di cui adesso la polizia cerca traccia. Dopo un paio di giorni di shockato silenzio, i drammatici momenti vissuti sono venuti alla luce. Prima una confidenza con le amiche, poi il racconto al padre e gli accertamenti in pronto soccorso da cui è partita la segnalazione alle forze dell’ordine, fino alla formalizzazione della denuncia fatta dalla ragazza, affiancata dall’avvocato Pietro Giovannini.
Le indagini sono state avviate immediatamente. Entrambi sul sito di incontri utilizzano dei nickname, il nome che le ha detto è tutto da verificare. Per questo le verifiche si muoverebbero sul piano delle indagini tradizionali - accertamenti sarebbero incorso anche per appurare se sia stata drogata - e su quello dei riscontri informatici. Elementi utili potrebbero arrivare dalle immagini delle telecamere di sicurezza del Comune. Gli investigatori sono al lavoro, la ragazza allo stesso modo sta, giorno dopo giorno, impegnandosi per superare il dolore di quel pozzo nero nel quale si è improvvisamente trovata e dal quale ha già trovato la forza di iniziare a uscire, denunciando quanto le sarebbe accaduto.