Vecchie ruggini legate al triste destino di Stefano Bartoli, il giovane spoletino morto lo scorso 30 luglio nel quartiere Casette in seguito ad una lite con un pregiudicato finito poi in carcere. Ruoterebbe intorno a questo il motivo che ha scatenato l’aggressione alla 29enne spoletina, picchiata e costretta, la notte della vigilia di Natale, a salire in auto per poi essere abbandonata in strada nella prima periferia della città. Ad aggredirla e a picchiarla sarebbe stata una donna di 40 anni, già nota alle forze dell’ordine e legata in passato proprio a Bartoli, che insieme ad altri tre uomini avrebbero maltrattato e picchiato la giovane, raggiunta mentre stava passeggiando nella centralissima via Cacciatori delle Alpi con il suo cane.
Con la ragazza è stato fatto salire in auto e poi abbandonato anche l’animale e solo grazie a una segnalazione di alcuni passanti gli agenti della polizia hanno potuto soccorrere la giovane, mentre chiedeva aiuto nella frazione di Baiano di Spoleto a circa dieci chilometri dal centro, dove era stata “prelevata“. La vittima dell’aggressioni è stata trasferita al Pronto soccorso del San Matteo degli Infermi dove i medici le hanno riscontrato una lieve frattura e alcune lesioni per una prognosi di trenta giorni. La ragazza aveva con sé una borsetta con all’interno tutti i documenti personali e le carte di credito che però non è stata ritrovata.
Gli agenti del commissariato di Spoleto hanno già individuato gli aggressori che, adesso, a vario titolo rischiano la denuncia per lesioni, privazione della libertà personale, ma anche l’accusa di furto.