Ventotto indagati, due ai domiciliari. A Terni c’era anche la “fabbrica“ dei falsi permessi di soggiorno

Smantellata dalla polizia un’organizzazione criminale che al costo di circa quattromila euro a ’pacchetto’ favoriva l’immigrazione illegale con documenti contraffatti e fasulli contratti di locazione.

Ventotto indagati, due ai domiciliari. A Terni c’era anche la “fabbrica“ dei falsi permessi di soggiorno

Un momento dell’operazione condotta dalla squadra mobile ternana

Quattromila euro per il “pacchetto completo“: un contratto di lavoro, un domicilio dove risiedere, i documenti che servivano per ottenere la cittadinanza italiana. Un servizio a 360 gradi per gestire l’immigrazione clandestina, bastava pagare. Ventotto i coinvolti nel ’giro’; sono tre gli indagati destinatari delle misure cautelari disposte dal gip di Perugia che ha accolto le richieste della Procura distrettuale antimafia, formulate sulla scorta di quanto emerso dall’indagine condotta dagli agenti della squadra mobile di Terni. Venticinque le persone indagate a piede libero, nei confronti delle quali il giudice non ha ritenuto necessari provvedimenti cautelari, eseguiti invece a carico di un 30enne egiziano, di un 32enne del Bangladesh, entrambi agli arresti domiciliari, e di un italiano di 58 anni, titolare di un’agenzia immobiliare, ora con l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. Tutti e tre risoedono a Terni. La Questura cittadina e in particolare la squadra mobile si sono avvalse della collaborazione dei colleghi del Servizio centrale operativo della polizia e di quelli delle Questure di Roma, Perugia, Frosinone, Macerata, Ascoli , L’Aquila, Teramo, Viterbo, Rieti, Grosseto, Siena, nonché del Reparto prevenzione crimine.

L’ipotesi contestata è associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di documenti necessari al rilascio di un titolo di soggiorno e a favorire, grazie agli stessi documenti, la permanenza di stranieri sul territorio nazionale e l’ingresso degli stessi in Italia attraverso il “ricongiungimento familiare“.

Le indagini sono partite nel 2022, grazie a una segnalazione alla Procura di Terni da parte dell’Ufficio Anagrafe del Comune su numerose richieste di residenza o di cambio di residenza da parte di cittadini stranieri, in prevalenza di Pakistan, Afghanistan, Egitto ed Iraq, in alcuni appartamenti del centro storico di Terni. Gli investigatori si sono così concentrati su un egiziano, titolare di alcune attività commerciali. Secondo l’accusa, sarebbe lui ad aver gestito l’organizzazione ternana di quella che appare come una fabbrica di permessi di soggiorno. Ricevendo e facendo qualcosa come 800 telefonate al giorno, l’egiziano avrebbe consentito a vari extracomunitari di ottenere o rinnovare i documenti, procurando loro locazioni, poi accertate come fittizie (in un caso in 38 metri quadri sono risultati formalmente residenti in 14) e documentazioni artefatte relative alla loro posizione economica. Il 58enne destinatario della misura cautelare, invece, si sarebbe occupato di registrare gli affitti all’Agenzia delle Entrate.

Sempre in base alle indagini, diversi cittadini extracomunitari, per regolarizzare la loro posizione, avrebbero aperto ditte individuali, fatte risultare più “vecchie“ o sarebbero risultati dipendenti di queste aziende. Un centinaio quelle ritenute connesse al giro illecito. Altri, invece, sarebbero risultati direttamente dipendenti dell’egiziano. Per quanto riguarda le abitazioni da “assegnare“, l’egiziano avrebbe potuto contare sulla collaborazione di sette proprietari di casa, mentre altri cittadini stranieri avrebbero fatto da autista o esattore. Le indagini, secondo quanto riferito dalla Procura antimafia, , sono ancora in corso.

Luca Fiorucci