
Vetrya a un passo dal fallimento I creditori decidono: concordato o “carte“ da portare in Tribunale
Dalla definizione di “Google italiana“ all’abisso del possibile fallimento. La parabola discendente di quella che la stampa nazionale aveva descritto come una delle aziende più innovative d’Europa sta andando in scena in questioni giorni di fronte ai giudici fallimentari del tribunale di Terni. È tra le quattro mura del palazzo di giustizia che si decide la sorte di Vetrya, la internet company fondata e quotata in Borsa da Luca Tomassini che aveva acceso una fiammata di entusiasmo per quella vagheggiata Silicon Valley nostrana, collocata tra Sferracavallo ed Allerona, la cui ascesa era stata legittimata anche da riconoscimenti a raffica, tra cui quello di essere inserita tra i primissimi posti tra le aziende italiane nella classifiche di quelle con il miglior ambiente di lavoro. A determinare il crollo verticale di fatturato di Vetrya era stata la decisione dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, di sospendere i cosiddetti servizi a valore aggiunto. Una decisione che era stata assunta dopo l’apertura di un’indagine da parte della magistratura milanese.
La messa in liquidazione della società aveva creato un grande problema occupazionale per gli oltre cento lavoratori impegnati nella sede principale di Orvieto e nelle altre e una procedura legale connessa ai debiti accumulati e alla posizione dei creditori, ex dipendenti compresi. Adesso i creditori dovranno decidere nell’arco di venti giorni se presentare istanza di fallimento o optare per il concordato proposto dalla società. Che gli ex dipendenti possano essere favorevoli al concordato preventivo piuttosto che al fallimento è abbastanza probabile perché il possibile concordato consentirebbe loro di riscuotere l’intero trattamento di fine rapporto e le altre spettanze arretrate entro l’anno; garanzia che non verrebbe invece assicurata del tutto nell’ipotesi del fallimento. Essendo però gli ex dipendenti creditori privilegiati non hanno diritto di voto nel caso in cui la proposta di concordato contempli effettivamente il loro pagamento integrale. Il commissario nominato dal tribunale Leonardo Proietti ed il giudice delegato Francesca Grotteria dovranno decidere dopo il voto espresso dai creditori. Il bilancio del 2021 riportava debiti per 39 milioni di euro e una perdita di 14,7 milioni.
Cla.Lat.