REDAZIONE UMBRIA

Via al processo-Suarez, tra i testimoni Agnelli

Inizia domani il dibattimento per l’esame-farsa del 2020 al calciatore sudamericano. Imputati l’ex rettrice, il dg e una prof dell’Unistranieri

Il calciatore Luis Suarez, ma anche il presidente dimissionario della Juventus Andrea Agnelli e il dirigente bianconero Federico Cherubini, originario di Foligno, tra i testimoni che i pm di Perugia chiameranno a deporrenel processo che si apre domani per il presunto esame farsa di italiano sostenuto dal calciatore uruguaiano il 17 settembre 2020 all’Università per Stranieri di Perugia. Un esame di lingua propedeutico all’ottenimento della cittadinanza italiana che, secondo la ricostruzione della Procura guidata da Raffaele Cantone, sarebbe stata necessaria per completare il passaggio in bianconero del bomber. L’esame, secondo l’accusa, sarebbe stato aggiustato per favorire il suo superamento, con domande e risposte condivise con il candidato, chiamato ad essere esaminato in una sessione, sempre secondo l’accusa, creata ad hoc per lui. Il processo si apre a carico dell’allora rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale, Simone Olivieri, e la professoressa Stefania Spina. Le ipotesi accusatorie sono: falso ideologico e materiale, rivelazione di segreto.

Tra i 36 testimoni convocati, anche l’ex ministro Paola De Micheli, e il rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero, oltre ai componenti della commissione esaminatrice e altri candidati. Nel mirino della Procura l’organizzazione, in tempi record, e l’esecuzione dell’esame di italian. In un’ora circa Suarez arrivò a Perugia, concluse l’esame per poi ripartire in taxi verso l’aeroporto, senza fermarsi né con i giornalisti né con la stampa. Gli investigatori, che stavano lavorando per un’altra inchiesta, riguardante alcuni appalti dell’Unistra, intercettarono conversazioni sugli aggiustamenti fatti per garantire alla prova un esito felice. Secondo l’accusa, Suarez avrebbe ricevuto per mail il contenuto dell’esame in anticipo, così da potersi preparare anche se, come emergeva da un’intercettazione, non avrebbe "spiccicato" una parola. A muovere gli imputati a compiere i presunti illeciti sarebbe stato il tentativo di dare prestigio all’ateneo su ribalte internazionali, ma anche l’ipotesi di avviare una collaborazione duratura con la Juventus per la formazione linguistica degli atleti. Nel procedimento era indagata anche uno degli avvocati della Juventus, Maria Turco, prosciolta. Le difese (lo studio Brunelli per Grego Bolli e Spina, l’avvocato Francesco Falcinelli per Olivieri) hanno citato rispettivamente una decina scarsa di testimoni, in gran parte coincidenti.