Vigili urbani diffamati via social. Il comandante querela due cittadini

Commenti offensivi sul web nei confronti degli agenti, automobilisti nei guai: "Basta con gli insulti"

Emanuele Mattei, comandante della Polizia Locale di Città di Castello

Emanuele Mattei, comandante della Polizia Locale di Città di Castello

Città di Castello (Perugia), 20 giugno 2024 – Scrivere sui social infamando gli agenti della polizia locale è costato una querela a due cittadini tifernati nei confronti dei quali il comandante del Corpo, Emanuele Mattei, ha presentato denuncia per il reato diffamazione aggravata a mezzo stampa. Gli agenti erano tra l’altro stati definiti come "parassiti, scaldasedie".

La Polizia Locale tifernate ieri ha reso noto di aver proceduto nei termini consentiti dalla legge. La denuncia risale allo scorso mese di aprile ed è a carico di due persone residenti a Città di Castello che tramite i propri profili "postavano gratuitamente su un articolo condiviso su Facebook commenti denigranti e lesivi della professionalità del Corpo di Polizia del Comune". I toni sono stati definiti "anche minacciosi e comunque non pertinenti con le finalità dell’articolo stesso".

La news presa di mira evidenziava l’attività di prevenzione da parte della Polizia Locale di Città di Castello in materia di sicurezza stradale. Le indagini condotte dal comandante della stessa Polizia Locale, Emanuele Mattei, hanno portato all’individuazione dei responsabili che ora dovranno rispondere all’autorità giudiziaria delle offese pubblicate. In seguito all’accaduto il comandante ha presentato querela "per difendere l’onore del Corpo di Polizia Locale colpito non di rado da offese non sempre giustificabili e ancora più vili quando si consumano sui social network e usando profili falsi per nascondere la propria identità evitando così di far cadere nel vuoto gli ennesimi insignificanti insulti che si consumano sul web", si precisa in una nota diramata ieri dalla polizia.

Oltre al caso specifico dunque anche una lezione nei confronti dei tanti "leoni da tastiera" che senza pensarci troppo criticano usando epiteti e termini offensivi il lavoro delle forze dell’ordine, degli amministratori pubblici, ma anche semplici cittadini che spesso finiscono nelle mire degli ‘odiatori’ del web. Tra l’altro la legislazione consente di rivolgersi alle forze dell’ordine nel caso si ravvedano i termini per eventuali reati che si consumano nella rete, proprio a tutela degli utenti.