Saranno processati con rito abbreviato i due cittadini albanesi, di 70 e 35 anni, zio e nipote, accusati di avere violentato un 18enne all’uscita da una discoteca di Perugia. La vittima, nata donna in attesa di completare il percorso di transizione, aveva denunciato di essere stata abusata a turno dai due uomini in un incubo durato un paio di ore, iniziato quando, secondo la sua denuncia, il più anziano dei due si era offerto di farle chiamare un taxi una volta recuperato il telefono che era a casa sua, in via Pievaiola. In questo modo il ragazzo sarebbe potuto rincasare. Ma, in base alle contestazioni, quell’invito si sarebbe trasformato in una trappola. I due indagati, per i quali la Procura aveva chiesto il giudizio immediato, hanno sempre respinto le accuse. Sostenendo uno di aver avuto dei rapporti consenzienti con la presunta vittima, l’altro di non averne avuti. Circostanza, la prima, che sarebbe smentita proprio dal percorso di transizione intrapreso dalla ragazza che non si riconosce come donna e che non aveva mai avuto rapporti intimi con uomini e che non intendeva averne. L’episodio si sarebbe verificato la scorsa estate, fuori da un locale di Sant’Andrea delle Fratte. Come detto, sulla scorta degli elementi emersi in fase di indagine, la Procura aveva chiesto il giudizio immediato, mentre i difensori due, le avvocate Daniela Paccoi e Laura Filippucci, hanno chiesto che i loro assistiti venissero giudicati con rito abbreviato. Richiesta accolta. La prima udienza è fissata per il 25 marzo. La vittima è assistita dall’avvocato Saschia Soli.
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