REDAZIONE UMBRIA

Violenza di genere. Tra i nemici il telefonino

Aumentano i reati nei confronti delle donne, complici anche i social. Fondamentale la qualità dell’azione giudiziaria e la necessità di fare squadra.

Violenza di genere. Tra i nemici il telefonino

Aumentano i reati nei confronti delle donne, complici anche i social. Fondamentale la qualità dell’azione giudiziaria e la necessità di fare squadra.

Con una vita sempre più social e digitale, il nemico che alimenta la violenza di genere lo portiamo “in tasca”: intimidazioni e prevaricazioni, già presenti offline, ora sono più pervasive e difficili da contrastare. "Non siamo all’anno zero, eppure anche in Umbria quotidianamente sentiamo parlare di femminicidi. Siamo schiavi della connessione, una innovazione che genera maggiori pericoli, dei quali i giovani devono essere consapevoli. Il 40% dei casi che arrivano in appello riguardano la violenza sulle donne. E’ fondamentale la qualità dell’azione giudiziaria ed evitare il rischio di vittimizzazione, ma è altrettanto essenziale dare vera attuazione ai tanti Protocolli che ci sono, monitorando i risultati per intervenire davvero in maniera efficace sui fattori culturali ed economici e sulla tutela dei soggetti deboli quando lasciati nei luoghi sicuri". Lo ha detto il procuratore generale Corte d’Appello di Perugia, Sergio Sottani, durante l’incontro “Fermare la violenza di genere, le città e le regioni sono in prima linea” che si è tenuto in Provincia.

"Ho voluto questo incontro – ha detto la consigliera Donatella Porzi – perché ritengo importante, a scadenza di legislatura, non interrompere ciò che è stato fatto in tema di contrasto contro la violenza di genere. Convinta che spetti alle Istituzioni il ruolo di indirizzo e coordinamento delle iniziative contro ogni discriminazione di genere, ho promosso l’istituzione di una Commissione regionale d’inchiesta contro il femminicidio. Purtroppo ritengo che tale strumento non abbia svolto la funzione che avevo auspicato, che è quella di costruire un calendario che tenga sotto osservazione il tema 12 mesi l’anno, non solo a ridosso di eventi simbolici". Riparte dal concetto di diritto alla casa e lavoro, dunque indipendenza, la presidente del Centro per le Pari Opportunità Caterina Grechi. Poi rimarca la necessità di fare rete. "I centri antiviolenza - aggiunge – hanno bisogno di procedure semplificate e più snelle perché non è pensabile che possano avere finanziamenti previa rendicontazione e nei tempi lunghi a cui sono soggetti nel passaggio tra Governo, Regione e Comuni".

Silvia Angelici