Nuova udienza, ieri mattina, nel processo a carico dell’ex sacerdote di 56 anni che è sotto processo per alcuni presunti casi di violenza sessuali compiuti ai danni di giovani immigrati che erano ospitati nella casa di accoglienza di Canonica ’’Don Bosco’’.
A sfilare davanti al tribunale di Terni è stato ieri il titolare di una azienda edile che, all’epoca dei fatti, stava compiendo dei lavori di ristrutturazione all’interno della struttura e che aveva assistito ad una scena in cui un giovane senegalese si lamentava con altre persone delle attenzioni morbose che l’ex sacerdote gli avrebbe rivolto.
Il processo è stato rinviato al quattro luglio per ascoltare un altro ragazzo nordafricano che sarà sentito con un traduttore. L’ex prete originario di Cascina in provincia di Pisa, era già stato al centro di vicende scabrose che avevano portato la Congregazione per la dottrina della fede a ridurlo allo stato laicale nel 2004.
Ciononostante, si era fatto assumere, fin dal’ormai lontano 2016, nel centro di accoglienza per minori non accompagnati che l’associazione religiosa Opera Santa Maria della Luce gestiva nella struttura di Canonica.
La stessa associazione si è costituita parte civile nel procedimento legale per tramite dell’avvocato Nicola Pepe.
L’imputato che aveva anche svolto per alcuni anni il ruolo di cappellano militare nell’esercito, ad Orvieto, aveva simulato ancora l’appartenenza al clero, indossando regolarmente il clergyman e celebrando anche la messa più volte in una chiesa di San Venanzo.
L’uomo che vive ancora ad Orvieto, è noto da anni alle cronache di mezza Italia.
Nel 2015 era stato indagato per il reato di prostituzione minorile a causa di un episodio avvenuto alla stazione Termini, l’anno successivo era stato colpito dal divieto di far ritorno nel Comune di Roma dopo essere stato accusato di atti sessuali con minori e, lo stesso anno, aveva patteggiato al tribunale di Venezia una pena ad un anno e sei mesi e una multa per l’accusa di circonvenzione di incapace, avendo sottratto 200mila euro a due anziani, sempre spacciandosi per prete e dicendo loro che i soldi sarebbero andati in beneficenza.
Cla.Lat.