E’ stata una domenica ancora una volta da dimenticare quella del calcio dilettantistico in Umbria. Con risse ed episodi di violenza che domani sarà il giudice sportivo a valutare, ma che nel frattempo già fanno rumore. E il caso più eclatante sembra essere quello accaduto domenica pomeriggio a Pian di Massiano, in un impianto di calcio che doveva essere da esempio – e fin qui lo è sempre stato – proprio per ciò che concerne la correttezza e la sportività. E che invece è stato teatro di un episodio come minimo da censurare. Quello è infatti il campo sportivo senza barriere: fu il primo in Italia, inaugurato quasi 20 anni fa – era la fine di aprile del 2005 – proprio in nome del fair-play, del rispetto delle regole e degli avversari, "con la possibilità concreta di trasformare ogni incontro di calcio in una festa di sport ed in un’occasione di aggregazione sociale" recita la Figc. E invece stavolta è finita male e la mancanza di protezioni è stato l’incentivo a invadere il campo da parte dei tifosi, al punto che l’arbitro è stato costretto a interrompere la gara a un quarto d’ora dalla fine, rinchiudersi nello spogliatoio per poi chiedere l’intervento dei carabinieri. Di chi sono le colpe, poco importa, restano i fatti incresciosi. La gara è quella tra Madonna Alta-Ferro di Cavallo contro Pol Pen Spoleto e tutto sarebbe cominciato con un battibecco acceso tra due giocatori a un quarto d’ora dalla fine. I due sarebbero velocemente venuti alle mani e il direttore di gara li ha espulsi entrambi. Ma è a quel punto alcuni tifosi hanno invaso il campo di gioco. L’arbitro sarebbe stato aggredito da una persona e si poi è rifugiato nello spogliatoio e ha chiamato il 112. Intanto però in mezzo al campo sportivo ne succedevano di tutti i colori con una mega rissa andata avanti tra giocatori e tifosi per alcuni lunghissimi minuti. Ma non finisce qui, perché la cronaca di domenica racconta anche di un finale burrascoso a Norcia tra la squadra locale e il Taulantet, sempre in seconda categoria. Qui la ‘scazzottata’ si sarebbe consumata a fine gara, dopo la vittoria dei padroni di casa. E a un certo punto c’è stato chi avrebbe tirato fuori addirittura un bastone per cercare di colpire gli avversari. Come finiranno la due vicende dal di vista della giustizia sportiva – sempre che non ce ne siano delle altre – sarà tutto da vedere, ma resta il fatto che la cronaca racconta sempre più spesso di fatti simili. E le decisioni settimanali del giudice sportivo ne sono la testimonianza più diretta.
Michele Nucci