REDAZIONE UMBRIA

Violenze e aggressioni. Assistenti sociali a rischio. In 200 chiedono ’aiuto’

La Scuola Umbra di amministrazione avvia un progetto di supervisione destinato ai professionisti. "Obiettivo: prevenire e migliorare il servizio".

Cinzia Morosin, presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali dell’Umbria

Cinzia Morosin, presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali dell’Umbria

La categoria professionale degli assistenti sociali risulta, anche in Umbria, fra le più esposte a violenze e stress, specialmente dopo i casi di cronaca che hanno messo sotto pressione il settore e i suoi operatori. Non solo sanitari, medici e infermieri insomma, finiscono sempre più spesso nel mirino delle aggressioni verbali e fisiche da parte di pazienti, familiari o amici degli stessi malati, ma anche operatori in prima linea come gli assistenti sociali. E la nostra regione non è esente a questo fenomeno.

Per rispondere a questa criticità, la Scuola umbra di amministrazione pubblica, su richiesta dei Comuni di Terni, Perugia e Foligno, ha attivato dunque, percorsi di supervisione destinati a tutti i professionisti dei servizi sociali comunali del territorio regionale. L’obiettivo è proprio quello di prevenire il burnout e migliorare allo stesso tempo l’efficacia dei servizi offerti.

"La nostra professione è spesso lasciata sola a gestire situazioni delicate, come l’allontanamento di minori o la valutazione della genitorialità" spiega Cinzia Morosin, presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali dell’Umbria, in un comunicato diffuso dalla Scuola Umbra. "Il percorso di supervisione – aggiunge la presidente – nasce dall’esigenza di supporto, per riflettere sull’impatto emotivo e organizzativo dei casi trattati e migliorare il metodo di lavoro. Non possiamo permettere che il burnout e la violenza compromettano la qualità del servizio ai cittadini".

Grazie alle risorse del Pnrr e ai nuovi Livelli essenziali delle prestazioni sociali, è in corso di realizzazione un progetto di supervisione definito unico per approccio e portata. L’intervento coinvolge gli oltre 200 assistenti sociali attivi in tutta la regione, dai comuni capofila di zona sociale alle realtà più periferiche. Il modello riflessivo e partecipativo integra aspetti metodologici, emotivi e organizzativi, per un totale di 1.365 ore previste nel triennio 2023-2025.

"Durante le supervisioni - spiega in conclusione Morosin -, un esperto esterno ci aiuta a valutare situazioni complesse, lontano dall’urgenza quotidiana che spesso costringe a decisioni affrettate. Questo migliora non solo la consapevolezza professionale, ma anche la capacità di proporre cambiamenti organizzativi".