
Vittoria Ferdinandi è la candidata : "Adesso è il tempo del coraggio. Romizi ha depresso la nostra città"
"Mi è stata chiesta la disponibilità e ho accettato. Il mio è un sì convinto e coraggioso. Romizi ha piegato la città su se stessa, l’ha resa spaventata. Il capoluogo ormai è una realtà frammentata e immobile e quindi vi dico, con ‘emozione altissima’, Perugia: da oggi ci siamo". Sono alcune delle frasi che racchiudono il Dada-Pensiero: già, perché Vittoria Ferdinandi (ma tutti la chiamano Dada) ha accettato la proposta di candidarsi a sindaco con la coalizione di centrosinistra. L’annuncio è arrivato in piazza Italia, davanti ai palazzi della Regione e della Provincia (qualcuno avrebbe preferito parlasse davanti a Palazzo dei Priori), dopo una riunione con la coalizione formata da Pd, 5Stelle, Verdi-Sinistra, Demos, Civici Umbri, Rifondazione e la Lista per la sanità pubblica. Si attendono altre adesioni.
Ferdinandi, 37enne perugina, psicoterapeuta e titolare di un ristorante dove impiega personale con problemi psichici, è uscita intorno a mezzogiorno dalla riunione, seguita dai leader dei partiti (unici assenti i socialisti che scioglieranno la riserva lunedì): è apparsa sorridente, felice in certi momenti e molto emozionata. Si è sistemata, ha aperto il sorriso e ha parlato sei minuti consecutivi citando Don Milani e Paolo Vinti, per poi rispondere a un paio di domande dei giornalisti e infine andarsene giù per la scala mobile. "Ho scelto la bellissima responsabilità di candidarmi a sindaco della città dove sono nata e cresciuta. L’ho fatto perché credo che questo sia il tempo del coraggio", ha detto subito, fermata un paio di volte dagli applausi: in poco tempo in piazza, infatti, sono arrivate alcune decine di persone. "La politica ha fatto una scelta coraggiosa e per niente scontata e di fronte a questo la mia passione civica non ha potuto che dire un sì convinto e coraggioso, capace di scavalcare anche la paura di cadere. Questo non è il momento delle mani pulite che servono a chi le può tenere in tasca. Questo è il momento in cui ciascuno di noi deve arrotolarsi le maniche e sporcarsi le mani per costruire un’alternativa convinta ed entusiasta per Perugia". Ferdinandi parla di una "città sofferente e depressa", del "grande lavoro che hanno fatto le associazioni", della volontà di "metterci in ascolto di queste fratture e queste ferite che riguardano i diritti, generazionali, urbanistiche, con il centro sempre più staccato dalle periferie ormai figlie di un Dio minore". E poi i giovani "che vorrebbero restare ma sono costretti ad andarsene perché Perugia non offre sbocchi". Senza scordare il tema della sanità: "Il diritto alla salute pubblica stato smantellato e c’è chi in questi anni ha pensato che potesse scrollarsi questo problema dalle spalle, nascondendosi dietro l’argomentazione molto blanda che al Comune la questione non dovesse riguardare". La sfida è lanciata.
Michele Nucci