REDAZIONE UMBRIA

Zerocalcare e Valerio Mastandrea al Morlacchi Il fumettista “incontra“ la voce dell’Armadillo

Il fumettista del momento “incontra“ la voce della sua coscienza. E il risultato non può che essere irresistibile con un Morlacchi gremito (in tanti sono rimasti fuori) e con ovazioni e applausi a scena aperta: Zerocalcare e Valerio Mastandrea hanno conquistato tutti nell’incontro “La coscienza di Zero“ nell’ambito del Festival del Giornalismo. Insieme a Oscar Glioti, i due artisti-amici hanno dato a un’ora di divertimento intelligente e sornione, tra battute, ironia graffiante, sberleffi e riflessioni. Punto di partenza il successo mondiale di “Strappare lungo i bordi“, esordio di Zerocalcare nell’animazione trasmesso da Netflix. Da allora, gli dicono, la sua vita è cambiata, indietro non si torna. "In realtà la mia vita è uguale ma con molte più rotture" dice Zerocalcare, al secolo Michele Rech. Poi si fa serio. "Dopo 10 anni di fumetti pensavo di aver imparato a trattare con i giornalisti e usare i social. Invece mi sono ritrovato in un’attrazione morbosa, spesso con le mie risposte mi sono sembrato la Selvaggia Lucarelli del fumetto". Nella serie Mastandrea, attore pluripremiato, presta la voce all’Armadillo, la coscienza del protagonista. "Ora mi riconoscono solo per la voce – dice con ironia – ma non ho problemi per questa regressione della mia carriera, mi piace mettermi in discussione mi considero uno baciato dalla fortuna". Entrambi concordano, “Strappare lungo i bordi“ "è stato molto divertente perché abbiamo lavorato poco". L’intuizione di Zerocalcare è di aver creato una coscienza cinica, truffatrice, vigliacca. "E’ stato facile “interpretarla“ – scherza l’attore -, se la coscienza è così, immaginate che persona disturbata è Zerocalcare". Ma ce n’è anche per il giornalismo e il suo dibattito ossessivo, per i titoli ("l’incubo di ogni intervista"), per le trappole del successo e la rivoluzione dei media.

Sofia Coletti