Perugia, 8 febbraio 2021 - E’ il giorno più difficile. Da oggi mezza Umbria è in zona "rossa", come a marzo scorso quando per la prima volta venne istituito il lockdown su tutto il Bel Paese. Ma ora, mentre quasi tutta Italia diventa "gialla", arrivano nella nostra regione le micro zone rosse a seguito delle varianti del Coronavirus che circolano (inglese e brasiliana). Così fino al 21 febbraio, nella Provincia di Perugia (che conta 59 Comuni) e nei territori di Amelia, Attigliano, Calvi, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzo della Provincia di Terni, l’ordinanza della presidente Donatella Tesei ha previsto nuove limitazioni. Per gli altri territori rimangono in vigore i provvedimenti che riguardano la fascia arancione. Ecco, in sintesi, cosa prevede l’ordinanza regionale nelle zone "rosse".
Gli spostamenti. E’ vietato ogni movimento in entrata o in uscita. Anche all’interno dello stesso Comune, deve essere motivato da comprovate esigenze lavorative; situazioni di necessità o motivi di salute. Serve comunque l’autocertificazione.
Le visite. È consentito un solo spostamento al giorno verso una sola abitazione privata che si trova nello stesso comune di chi si sposta e deve avvenire fra le ore 5 e le 21. Può interessare soltanto due persone, ulteriori rispetto a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione (esclusi dal conteggio i figli minori di 14 anni). È sempre consentito il rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza.
Bar e ristoranti. Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale. Restano consentiti la consegna a domicilio (senza limiti di orario) e l’asporto fino alle 22; vietata la consumazione sul posto e o vicino al locale. Aperti invece gli esercizi nelle aree di servizio, negli ospedali e all’aeroporto. Chiusi i distributori automatici.
Commercio . La Regione ha sospeso le attività al dettaglio, tranne le vendite di generi alimentari e di prima necessità sia negli esercizi di vicinato che nelle medie e grandi strutture di vendita, anche quelle nei centri commerciali. Serrande abbassate comunque nei giorni feriali e prefestivi. Sono chiusi i mercati (salvo attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici). Si può fare la spesa solo una volta al giorno, una persona per famiglia. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie. Ma anche, tra gli altri, gli esercizi di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni; le librerie, i negozi per bambini e neonati, concessionarie, profumerie, cartolerie, ferramenta, i negozi specializzati in articoli sportivi e biciclette e quelli che vendono saponi e detersivi.
Luoghi di incontro . Fermate le attività di associazioni, centri culturali, ricreativi e sociali. Chiuse anche le università del tempo libero e delle terze età. Sospesi convegni, congressi e altri eventi (tranne a distanza).
Luoghi di culto. Le chiese sono aperte "evitando assembramenti nel rispetto del protocolli".
Aree verdi. Non è consentito svolgere attività sportive e ludiche di gruppo nei parchi, nè utilizzare le aree gioco dei bambini; vietato l’accesso ai giardini pubblici e alle aree-cani.
Istruzione. Fino al 21 febbraio per scuola elementare, media e superiore (e anche per le Università), la didattica si svolge a distanza (Dad). Chiusi asili nido e infanzia.
Servizi alla persona. Le attività (come i centri estetici) sono sospese, ad eccezione di lavanderie, tintorie, pompe funebri, barbieri e parrucchieri. Restano aperti servizi bancari, finanziari, assicurativi e del settore agricolo.