Perugia, 4 marzo 2020 - Il primo romanzo pubblicato su Instagram. Con le parole che sostituiscono le immagini nel social dedicato al visual per eccellenza. E’ la nuovissima sfida di Filippo Timi, attore, scrittore e regista perugino sempre pronto alle sperimentazioni creative e ricche di fantasia. Che si tratti di teatro, cinema, letteratura o televisione (dove ha appena rivisitato il varietà con il suo “Skianto“ su Rai 3), la sua poetica originale e dirompente è sempre riconoscibilissima. E stavolta lo è nella “Trilogia Aliena“, il libro che ha iniziato a pubblicare on line. «E’ un po’ come accadeva nell’Ottocento – racconta con entusiasmo –, quando i romanzi uscivano a puntate sul giornale, con un capitolo a settimana. Ho sostituito la carta con Instagram e vista la frenesia dei tempi ho accelerato, pubblicando due o tre capitoli al giorno». Come nasce quest’idea? «Per promuovere la trasmissione Rai, tutti mi hanno chiesto di riattivare il mio profilo Instagram che non usavo da un anno. E devo ammettere che è stato molto utile perché è una forma di comunicazione e condivisione immediata, tramite foto e video. E pensando al mio nuovo progetto e alla voglia di pubblicare ’Trilogia Aliena’ mi è venuta l’idea di darlo come regalo». Proprio sul social dedicato alle fotografie... «Sì, è l’unico che mi piace. E’ un modo per far conoscere il proprio sguardo attraverso le immagini, io lo uso per raccontare con le parole. E’ un tentativo, moltissimi mi chiedono quando il libro sarà pubblicato e io rispondo che già lo è, qui su Instagram. Se uno vuole, se lo stampa a casa». Cosa racconta “Trilogia Aliena“? «Si articola in tre racconti autoconclusi e autonomi l’uno dall’altro. Li ho realizzati quasi in contemporanea alla scrittura delle due puntate tv di ’Skianto’ e devo dire che il romanzo mi ha molto ispirato, soprattutto per la puntata su Sanremo ’67». In che modo? «Faccio l’esempio del primo racconto, ’Un sogno americano’ che ho già pubblicato. Ho preso la storia e la figura di Marilyn Monroe per creare un mondo parallelo. La scrittura ha un potere inventivo e partendo da situazioni reali ho immaginato come potrebbe essere andata...». E l’alieno del titolo? «Nel primo racconto c’è una scena con un vero alieno ma in realtà per me è la stessa Marilyn ad essere un’aliena. Una figura talmente unica al mondo che in lei vedo una grazia, una sensualità, una dolcezza e una forza che sono extraterrestri. E’ questa l’idea dell’alieno che torna negli altri racconti, con personaggi per me esemplari». E adesso come prosegue? «Ho finito di pubblicare il primo racconto e devo capire cosa succede. E’ un esperimento anche per me, all’inizio non ero nemmeno capace di fare i post multipli e pubblicavo una pagina alla volta, intasando Instagram». La scrittura è un aspetto decisivo della sua attività accanto alla recitazione... «Già e vedo ’Trilogia Aliena’ come un passaggio nel mio percorso di scrittura. E’ vero che i libri che ho pubblicato giocavano sulla falsariga di un io narrante ma contemporaneamente ho sempre scritto anche per il teatro, per i miei spettacoli. Insomma sono sempre io che mi confronto con la scrittura e offro una mia interpretazione». Progetti in arrivo? «Soprattutto scrittura. Ora sto lavorando al mio nuovo spettacolo che sarà in prova dopo l’estate. E a maggio metto in scena al Parenti di Milano ’Il cabaret delle piccole cose’, come regista e drammaturgo. Sono monologhi con dieci giovani attori bravissimi, tre – la candelina, il rubinetto e il sasso – li ho portati in tv con ’Skianto’, gli altri si vedranno a teatro».