Perugia, 30 giugno 2022 - Luminosa, leggera nella sua maestosità, ricca di soluzioni all’avanguardia che ben si armonizzano con i capolavori del passato. Bellissima. La ristrutturazione è finita, dopo un anno di lavori la Galleria Nazionale dell’Umbria riapre finalmente le sue porte e la città ritrova uno dei suoi tesori più preziosi. Oggi si terrà la cerimonia d’inaugurazione, da domani il museo sarà di nuovo visitabile, in un percorso che per volontà del direttore Marco Pierini è in equilibrio tra tradizione e innovazione.
«La nostra scommessa è stata quella di trasformare un museo accessibile in un museo accogliente. Per le opere e per il visitatore" dice emozionato Pierini. E svela in anteprima la nuova Galleria: l’allestimento, firmato da Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici, finanziato per 5 milioni di euro dal Fondo Sviluppo e Coesione, offre una fruizione più semplice, diretta e intuitiva, lungo un percorso obbligato in ordine cronologico, nell’arco di 39 sale e 235 opere esposte (prima erano 280). Nascono nuove sale, si celebra Perugino, debutta la sezione del contemporaneo, si punta su moderne metodologie di fruizione e conservazione, attente alla dimensione “green“ (come l’impianto di illuminazione) e alla tutela antisismica. La visita inizia, come prima, dalla Sala Maggiore, più ariosa ed essenziale, dominata dalla Croce dipinta del Maestro di San Francesco. Nella Sala 3 la prima sfida contemporanea ("sconvolgente ma filologica" dice il direttore): nella parete di fondo della Cappella dei Priori Vittorio Corsini ha ricreato, con la tecnica di allora, due vetrate distrutte di Bonfigli dedicate ai patroni San Costanzo e San Lorenzo e plasmato un altare in legno che rievoca Giotto.
Passo dopo passo si rivela il museo ritrovato: le pareti bianche e i soffitti rialzati regalano più luminosità ed esaltano le architetture originarie, le opere non hanno vetro di protezione (ma le più piccole sono in teche speciali), il progetto multimediale regala meraviglie visive nei monitor interattivi e antiche musiche in sottofondo. Le grandi opere su tavola poggiano su una base che Pierini rivendica come un’intuizione senza precedenti. "E’ un sistema unico al mondo – sottolinea – pensato da noi e realizzato da una ditta di Benevento: grazie a un braccio meccanico e a ruote, le opere si allontanano dal muro senza sforzo, per intervenire facilmente sul retro".
Le meraviglie si moltiplicano: Beato Angelico e Benozzo Gozzoli, la rinnovata Loggia dell’Alessi, Pietro della Francesca fino a una delle novità più preziose: le due sale dedicate a Perugino che riuniscono le opere prima divise in sette ambienti. La Galleria ne possiede 23 e 15 sono quelle esposte: nella Sala 16 l’età dell’oro, nella 23 la maturità e l’età tarda. "E’ il pittore noioso più divertente del mondo", lo definisce con ironia Pierini che guarda già ai festeggiamenti del 2023.
"Avremo una mostra meravigliosa su Perugino, si chiamerà “Il meglio maestro in Italia“". La visita va avanti: c’è il murales di Roberto Paci d’Alò che “racconta“ la storia della Galleria e della regione, al piano inferiore, passando tra secoli, maestri e opere si approda alla novità “rivoluzionaria“: la prima sala dedicata al contemporaneo con opere di Dottori, Dorazio e Burri. Da segnalare anche la Sala dell’Orologio che celebra Aldo Capitini e due spazi inediti: l’aula didattica e un laboratorio per il restauro. La Galleria del terzo millennio è aperta.