Perugia, 3 febbraio - In questi giorni di scadenze e adempimenti burocratici, gli imprenditori devono alzare la guardia anche nei confronti dei bollettini «taroccati». A mettere in guardia i propri iscritti, la Camera di Commercio di Perugia, dopo la segnalazione di alcuni associati raggiunti da solleciti o richieste di pagamento poco chiare. L’ente di Largo Cacciatori delle Alpi, infatti, informa tutti gli utenti che periodicamente, spesso «in occasione dell’iscrizione al Registro delle imprese o nel periodo di versamento del diritto annuale, vengono spediti alle imprese bollettini di pagamento ingannevoli che riportano diciture che possono far credere di essere stati inviati dalla Camera di Commercio. Le frasi richiamano l’obbligo di effettuare versamenti in quanto iscritte alla Camera di Commerci». «Si tratta di iniziative commerciali private – precisa il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni – del tutto estranee all’attività istituzionale del nostro ente e che non rientrano affatto tra i nostri obiettivi. I versamenti di denaro richiesti non assolvono al pagamento del diritto annuale dovuto alle Camere di Commercio né a quello per l’iscrizione al Registro imprese. L’inganno consiste nel richiedere l’adesione ad una proposta commerciale, finalizzata all’inclusione del nominativo dell’impresa in siti internet o cataloghi». Ma quali sono le aziende più «vulnerabili», ossia quelle che più facilmente finiscono nella rete delle «bufale»? «Non c’è una casistica precisa – putualizza Mencaroni – . All’inizio si pensava che le imprese meno strutturate fossero quelle più esposte alle truffe, ma poi anche per esperienza personale ci siamo accorti del contrario. Pertanto, esorto anche le società di capitali a guardarsi le spalle, perché l’imbroglio è in agguato pure per loro». A tal proposito, il direttore generale Mario Pera ricorda che «il diritto annuale, tributo che le aziende iscritte al Registro delle imprese pagano annualmente, viene versato esclusivamente tramite il modello per il pagamento delle imposte sui redditi F24 e non tramite bonifico bancario o bollettino postale. Il termine per questo pagamento coincide con quello per il pagamento del primo acconto delle imposte sui redditi. Comunque – conclude il dirigente – in caso di dubbi sulla fondatezza della richiesta o per segnalare altri bollettini di questo tipo, la strada da percorrere è molto semplice: è possibile scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected], o telefonare direttamente all’ente camerale». Silvia Angelici
EconomiaBollettini "taroccati", imprese a rischio truffa