Perugia, 14 gennaio 2024 – Calano i protesti in Umbria, così come il numero degli assegni e delle cambiali emesse e con esse il valore delle tratte cartacee. Ma la nostra regione è in testa quanto a utilizzo di questo strumento di pagamento.
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L’ultima indagine Istat pubblicata ieri, racconta come in Umbria il numero dei protesti sia diminuito del 14,5 per cento tra il 2021 e il ‘22, mentre addirittura negli ultimi dieci anni la diminuzione è stata dell’87,6 per cento: qui infatti si è passati da 18.633 cambiali protestate a 2.627 di due anni fa (3.058 nel ‘21), mentre gli assegni sono scesi da 2.602 a 10 (27 nel 2021).
I dati rilevati in questo biennio vanno però letti tenendo conto dei provvedimenti legislativi sulla sospensione dei termini di scadenza di cambiali, vaglia cambiari e ogni altro titolo di credito o atto avente forza esecutiva, adottati in risposta all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Il calo dei protesti – continua Istat - dipende da molti fattori. L’utilizzo dei titoli di credito come mezzi cambiari per il pagamento dilazionato di una certa somma di denaro, su base fiduciaria, ha subito sostanziali modifiche legate alla trasformazione dell’intero sistema creditizio.
In particolare, tra le innovazioni informatiche nelle pratiche di pagamento di individui, famiglie e imprese, sono stati introdotti sistemi come le carte di pagamento: carte di credito, carte di debito, carte prepagate, carte a spendibilità limitata.
La riduzione della circolazione di cambiali e di assegni e del loro uso non sembra essere sufficiente, da sola, a spiegare la consistente diminuzione dei protesti.
La flessione dei tassi delle cambiali protestate è infatti più ampia dei tassi di utilizzo delle cambiali stesse.
In Umbria ad esempio nel 2013 vennero emesse 178mila cambiali, di cui 18.633 protestate (107,4 ogni mille), mentre dieci anni dopo sono state 161mila, rispetto a sole 2.627 protestate (16,3 su mille).
Nonostante questo la regione primeggia: a livello di ripartizione territoriale il ricorso alle cambiali è più diffuso nelle Isole (142 cambiali emesse ogni 1.000 abitanti), seguono Sud e Centro (rispettivamente 123 e 114).
A livello regionale le cambiali sono più diffuse, come detto, in Umbria (188 ogni 1.000 abitanti) e, a seguire, Sicilia (163), Campania (154), Lazio (142) e Veneto (133). E poi, sempre secondo l’indagine Istat, se si guarda al numero di assegni ci si accorge di come sia profondamente cambiato il sistema dei pagamenti: nel ‘13 gli assegni emessi in Umbria furono quasi 3,7 milioni per un valore che sfiorava quasi i sei miliardi e mezzo di euro (in media 1.746 euro ad assegno), alla fine del 2022 scesero al 1.181.472, con una diminuzione di quasi due milioni, un valore totale di 2,2 miliardi ma con un importo medio di 1.921 euro.