REDAZIONE UMBRIA

Tredici miliardi di debito col Fisco: tasse e bollette, ogni umbro deve oltre 15mila euro

L’indagine dell Cgia di Mestre (Associazione dei piccoli artigiani) su dati forniti dall’Agenzia di Entrate e Riscossione. “Il 76 per cento dei singoli crediti sono di importo inferiore a mille euro”. Secondo le statistiche ufficiali soltanto un debitore col fisco su otto è una partita Iva

Perugia, 23 febbraio 2025 – Tredici miliardi di debito, che significa oltre 15mila euro a testa che dobbiamo al Fisco. Tra il 2000 e il 2024 le tasse, contributi, imposte, bollette, multe e quant’altro, non riscosse dall’Erario o da altri enti nei confronti dei lavoratori umbri, sono infatti pari a 13,150 miliardi.

Al netto delle persone nel frattempo decedute, delle imprese cessate, dei nullatenenti e dei contribuenti già sottoposti ad azione cautelare/esecutiva, l’importo potenzialmente aggredibile si riduce a poco più di un miliardo (7,9 per cento circa del totale), con gli altri 12 che andranno in fumo. Senza contare che gli avvisi di addebito e di accertamento esecutivo sono mediamente di importo molto contenuto: il 76 per cento dei singoli crediti, infatti, sono di importo inferiore a 1.000 euro.

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Tra il 2000 e il 2024 le tasse non riscosse dall’Erario nei confronti dei lavoratori umbri sono pari a 13,150 miliardi

E’ uno degli aspetti che evidenzia la Cgia di Mestre (Associazione dei piccoli artigiani) su dati forniti dall’Agenzia di Entrate e Riscossione. In Umbria si stima dunque che il debito pro-capite (a testa) ancora da riscuotere verso il fisco è di 15.415 euro, uno dei più bassi in Italia.

Sebbene al Nord sia concentrata la stragrande maggioranza della ricchezza prodotta nel Paese e la parte più dinamica delle attività economiche e produttive, dei 1.274 miliardi di euro di tasse non riscosse negli ultimi 25 anni in Italia, il 58 per cento, pari a 739,3 miliardi di euro sono riconducibili alle regioni del Centrosud.

Il rimanente 42 per cento, invece, è in capo alle regioni del Nord che cubano 535.1 miliardi di euro non versati. Prendendo come riferimento il dato pro capite, la situazione più critica si verifica nel Lazio, dove i debiti fiscali da riscuotere sono pari a 39.673 euro.

Seguono la Campania con 27.264 euro pro capite, la Lombardia con 25.904 euro, il Molise con 20.469 euro e le Marche con 20.078 euro.

In valore assoluto, l’importo record non pagato è in capo alla Lombardia con 259,4 miliardi. Seguono il Lazio con 226,7 miliardi di euro, la Campania con 152,5 miliardi, l’Emilia Romagna con 87,9 miliardi e la Sicilia con 87,8 miliardi di euro.

“I dati ufficiali dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione – spiega la Cgia – confermano quanto da noi sostenuto costantemente: i lavoratori autonomi non sono un popolo di evasori, come spesso vengono descritti dall’opinione pubblica. È indubbio che in questa categoria vi sia anche chi non adempie agli obblighi fiscali; tuttavia, secondo le statistiche, solo un debitore col fisco su otto è una partita Iva”.