SILVIA ANGELICI
Economia

L’Umbria da bere brilla al Vinitaly. “Qualità, identità e cultura”

Successo per le 56 aziende locali. La filiera è stata coordinata e promossa nel segno delle Radici

Umbria Top, la società cooperativa, che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, ha coordinato e promosso la partecipazione della filiera vitivinicola regionale a Verona sotto il segno delle “Radici”

Umbria Top, la società cooperativa, che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, ha coordinato e promosso la partecipazione della filiera vitivinicola regionale a Verona sotto il segno delle “Radici”

Perugia, 13 aprile 2025 – “In questa edizione del Vinitaly abbiamo ribadito un concetto: il vino umbro non è solo eccellenza agroalimentare. È identità, è cultura, è una leva straordinaria per lo sviluppo turistico del nostro territorio, è un elemento di riconoscibilità. Per questo, oggi più che mai, serve un progetto ambizioso, condiviso e riconoscibile: un vero e proprio brand Umbria che unisca qualità, narrazione e visione strategica”. Lo ha detto l’assessore alle politiche agricole Simona Meloni, tracciando il bilancio della kermesse veronese che si è appena conclusa. Per le 56 cantine del “cuore verde“, coordinate e promosse in un padiglione da mille metri quadrati da Umbria Top, la società cooperativa, che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, è stato un successo. “Il Vinitaly 2025 si è contraddistinto per un’atmosfera professionale, concentrata e orientata al business, con un flusso costante di visitatori qualificati - dichiara il presidente di Umbria Top, Massimo Sepiacci - Elemento centrale è stata la forte sintonia tra istituzioni e operatori del settore nella progettualità e nelle prospettive. I nostri produttori, che hanno apprezzato la pacatezza e l’efficacia di questa edizione, hanno rilevato grande attenzione da parte dei buyer e della stampa, e un interesse crescente verso i nostri vini, che sanno raccontare l’Umbria con autenticità”.

Dallo stand della nostra regione il messaggio che è arrivato ha toccato molti tasti. Le “radici“ dell’Umbria non sono solo agricole, ma culturali, identitarie, comunitarie. Un filo rosso che ha legato i 30 appuntamenti proposti a un pubblico selezionato e competente di buyer internazionali, stampa di settore e operatori, tra talk, degustazioni guidate e incontri tecnici, attraverso i quali l’Umbria ha raccontato la propria storia passata, presente e futura. Lo ribadisce Meloni: “Al Vinitaly, oltre a promuovere le nostre etichette, abbiamo messo le basi per un modello di sviluppo che metta a sistema enoturismo, agricoltura e cultura, in grado di far emergere l’anima autentica dell’Umbria, non in competizione con altre regioni, ma nella sua unicità: la terra dei borghi, dei paesaggi incontaminati, dell’ospitalità diffusa, del saper fare e del buon vino”.

Tra gli appuntamenti di rilievo, la presentazione della pubblicazione “Radici: l’eco delle origini”, presentato per la prima volta, in presenza degli studiosi ed esperti che hanno contribuito alla redazione della pubblicazione. Il volume percorre e riscopre le origini della produzione vitivinicola locale attraverso un approccio multidisciplinare, per scoprire punti di forza della nostra piccola ma preziosa produzione, tra peculiarità botaniche, agronomiche e ambientali del territorio e spunti culturali, racconti storici, testimonianze di archeologia agricola e rurale, grazie al contributo, tra i vari, delle Università degli Studi di Perugia e per Stranieri, 3A Parco Tecnologico Agroalimentare, Museo del Vino di Torgiano, Ais Umbria.

“Non soltanto una pubblicazione, ma una dichiarazione di appartenenza e un atto di memoria collettiva - spiega Gioia Bacoccoli, coordinatrice Umbria Top -. Il progetto “Radici” nasce dunque dal desiderio di narrare punti di forza della filiera vitivinicola regionale a partire dalle sue antichissime origini”.