REDAZIONE UMBRIA

Vetrya, come è finito il sogno della “Google italiana”. I lavoratori rimasti a piedi

“Secondo il concordato i nostri crediti sarebbero stati soddisfatti entro un anno dall’omologa, ma ad oggi, a seguito di aste immobiliari andate deserte, i termini di pagamento sono stati disattesi”

La società, dopo aver vissuto momenti d'oro, è caduta e oggi i lavoratori si lamentano per le loro spettanze non ancora soddisfatte

La società, dopo aver vissuto momenti d'oro, è caduta e oggi i lavoratori si lamentano per le loro spettanze non ancora soddisfatte

Orvieto, 26 dicembre 2024 – La stampa nazionale l’aveva definita la Google italiana, ma la vicenda imprenditoriale di Vetrya, la internet company guidata da Luca Tomassini specializzata in servizi digitali, si era bruscamente interrotta nel 2021 con la messa in liquidazione e ora molti degli ex dipendenti devono ancora ricevere le loro spettanze e il trattamento di fine rapporto.

Complessivamente sono 65 i dipendenti che vantano crediti verso Vetrya. Pur essendo creditori privilegiati, attendono da tre anni di ottenere quanto spetta loro. "Abbiamo lavorato con orgoglio, fiducia ed abnegazione in quella che era definita come la Google Italiana, il fiore all’occhiello di Orvieto – dice uno di loro, in rappresentanza di una ventina di lavoratori - la società ha effettivamente passato tempi d’oro. Fin quando abbiamo notato, a partire dall’anno 2020, le prime avvisaglie che potevano indicare delle problematiche, presumibilmente riconducibili a una situazione di dissesto finanziario. Le voci giravano anche al di fuori, attraverso i canali media, ma, alla richiesta di chiarimenti, ci veniva risposto di non dare peso a chi voleva la rovina di Vetrya e del suo amministratore delegato. Ma la situazione interna indicava altro – prosegue l'ex dipendente di Vetrya - come la dipartita di molte figure portanti dell’azienda. Noi però venivamo ancora tranquillizzati da quella che si definiva una famiglia".

Nel giro di un mese e mezzo si consumò un drammatico, complesso quanto inaspettato licenziamento collettivo, ufficializzato il 3 dicembre 2021, mentre Vetrya veniva messa in liquidazione. Molti dipendenti optarono per le dimissioni volontarie prima che l’azienda affondasse definitivamente. Nel frattempo, Tomassini aveva avviato un nuovo progetto, dando vita alla società, Quibyt. Il 6 ottobre 2023 è stato omologato un piano concordatario presentato da Vetrya al tribunale di Terni che prevedeva un piano di pagamento di tutti i debiti contratti dalla società ed evitare il fallimento della stessa società e dell’amministratore delegato.

"Secondo il concordato i nostri crediti sarebbero stati soddisfatti entro un anno dall’omologa, ma ad oggi, a seguito di aste immobiliari andate deserte, i termini di pagamento sono stati disattesi senza previsioni certe e prospettando soddisfacimenti parziali-spiega l'ex dipendente- Siamo arrabbiati? Certo, per il trattamento riservatoci negli ultimi mesi di vita di Vetrya e soprattutto oggi che da più di tre anni aspettiamo di vedere rispettati i nostri diritti di lavoratori".

L'avvocato Francesco Carnevali dello studio CA Restructuring, incaricato della liquidazione, spiega cosi è motivi che hanno portato al tracollo di quella che veniva considerata una delle aziende italiane più promettenti tra quelle quotate in Borsa: "Lo stato di crisi in cui versava la società è stato determinato da una serie di fattori concomitanti, quali, da un lato, l’instabilità creatasi a causa della pandemia da Covid-19 e, dall’altro lato, la sostanziale chiusura del mercato dei servizi cosiddetti servizi a valore aggiunto che permettevano di effettuare acquisti addebitando i pagamenti sulla bolletta dell’operatore di telefonia mobile-spiega il legale- In particolare, a seguito della radicale modifica del mercato imposta dalla Autorità di regolazione di settore in cui operano gli operatori di telefonia mobile e fissa, ha determinato che Vetrya non potesse più svolgere l’attività che generava una parte importante del fatturato e in relazione alla quale le maestranze impiegate dedicavano la parte più significativa della propria attività".

Cla.Lat.