
Laura Santi
Perugia, 29 aprile 2025 - "... Io ho bisogno di morire presto e il motivo della mia scelta è soltanto il corpo. Tutte le sere il corpo mi parla e mi dice che è ora. Le giornate stanno diventando sempre più una tortura, sia per il caldo che comincia -e dovrei affrontare l'estate come l'anno scorso ma con dodici mesi in più di progressione clinica di malattia- sia i dolori (e ne stanno venendo di sempre nuovi), sia la paralisi progressiva, sia la fatica neurologica. Le giornate si stanno svuotando di tutto a livello di minima attività e partecipazione sociale, sono sempre più un corpo inerte pieno di dolori e da gestire in modo sempre più complicato. Lo dico per me ripeto, non per chi mi assiste: anche ricevere sempre più mani addosso è un continuo strazio. Ho quindi preso contatto con un'organizzazione che si occupa di fornire l’aiuto alla morte volontaria in Svizzera".
Scrive così Laura Santi in una lettera inviata all’Associazione Luca Coscioni e ai sostenitori della campagna “Liberi Subito”. La giornalista perugina affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, dopo una lunga battaglia legale, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte della azienda sanitaria umbra ha avuto il via libera dalla sua ASL di riferimento per l’accesso al suicidio assistito. L'azione giudiziaria è stata coordinata dal collegio legale dell'Associazione coordinato dall'avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'Associazione.
L’iter, tuttavia, non è ancora concluso perché è ancora in attesa di conoscere modalità di esecuzione della sua volontà e manca l’individuazione del farmaco. Da qui la sua disperazione e la lettera.
"... Quello a cui l’inerzia di Regione Umbria mi espone - prosegue Laura Santi - è un calvario che si aggiunge a quello che già affronto ogni giorno con la malattia in progressione. Spero di non doverlo fare. Continuerò fino all’ultimo momento utile, cioè fino al giorno prima di partire per la Svizzera, a battermi per ottenere il rispetto in Italia del diritto che mi è già stato riconosciuto sulla carta ...".